Dopo il terremoto, un aiuto per Matelica

Dai rapporti personali con la comunità della cittadina marchigiana è scaturito un piccolo progetto di raccolta fondi per sostenere la ripresa post-terremoto

Cardano al Campo

Un piccolo impegno di gruppo, per aiutare una comunità danneggiata dal terremoto dello scorso ottobre, ma poco conosciuta: la “Serata x Matelica” ha portato in dono alla cittadina di Matelica, in provincia di Macerata, un totale di 900 euro. Raccolti grazie alla cena, alle libere donazioni e all’acquisto di bottiglie di vino a sostegno dei viticoltori locali.

La solidarietà per Matelica è nata grazie all’entusiasmo e all’impegno di un gruppo di persone che ha mantenuto un rapporto stretto proprio con la cittadina marchigiana. «Tredici anni fa siamo stati ospiti a Matelica per un contest musicale: siamo andati un po’ allo sbaraglio, ma abbiamo conqusitato tutti con la simpatia e abbiamo vinto» racconta Sandy Bertuol, che ha curato molta parte dell’iniziativa. «È rimasta un’amicizia nel tempo, in particolare con un nostro accompagnatore di allora che nel frattempo è diventato il sindaco, Alessandro Delpriori». Matelica ha circa 10mila abitanti e a inizio novembre, dopo le scosse di terremoto, si registravano circa 1500 sfollati: anche se ha avuto meno eco di altre località come Norcia o (per il sisma di agosto) Amatrice, i danni sono significativi e necessari sono gli investimenti per ripartire in pieno.

Cardano al Campo

E alla fine in tanti hanno risposto all’appello della Serata x Matelica, che ha riempito – prima con la cena anche con piatti tipici, poi con la musica live – la sala del Circolo Quarto Stato di Cardano al Campo. La cena ha permesso di raccogliere 300 euro (destinati al Comune di Matelica), mentre altri 600 euro sono arrivati, indirettamente, al territorio grazie all’acquisto dal locale Consorzio delle bottiglie di ottimo bianco e rosso prodotti dai vigneti e dalle cantine marchigiane.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 06 Febbraio 2017
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