Il restauro della 13esima cappella diventa modello per la conservazione dei sacri Monti

In restauro la tredicesima cappella del sacro Monte

I restauri della tredicesima cappella del Sacro Monte come modello per un nuovo modo di conservare l’intera via sacra patrimonio dell’Unesco. E’ questo il succo del progetto relativo agli interventi di restauro conservativo sostenuti da Fondazione Cariplo e da Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese già in corso, che si concluderanno in circa un anno per la cappella in questione.

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Il restauro della 13esima cappella del sacro Monte 4 di 9

A presentarli oggi, 9 marzo 2017, al centro espositivo monsignor Macchi alla prima Cappella, l’architetto Gaetano Arricobene, direttore dei lavori, e Bruno Giacomelli, della ditta ICSA srl di Sesto Calende, che provvede ai lavori di restauro, insieme all’arciprete del sacro Monte monsignor Erminio Villa.

I lavori di restauro rientrano nel più ampio progetto “Lo scrigno del Sacro Monte di Varese: caso studio per la conservazione programmata dei Sacri Monti”, ed è redatto nell’ambito del bando di Fondazione Cariplo “Promuovere buone prassi di prevenzione e conservazione del patrimonio storico e architettonico”.

«L’obiettivo di questo progetto è quello di migliorare le politiche di conservazione del patrimonio culturale, individuando un modello virtuoso di pianificazione della conservazione dei beni culturali, un insieme di buone prassi, applicabile all’interno di un sistema di beni caratterizzati dagli stessi materiali, dalle stesse tecniche costruttive, dalle stesse condizioni climatiche e ambientali, come appunto il sistema dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia» ha spiegato l’architetto.

Il progetto si articola in due fasi, la prima delle quali ha avuto per oggetto innanzitutto un lavoro di analisi e pianificazione di interventi di prevenzione e conservazione su sistemi di beni del patrimonio storico-architettonico: nel caso specifico, i sistemi dei sacri montI.

La seconda fase del progetto è costituita invece dalla concreta realizzazione dei progetti di messa in sicurezza, di miglioramento strutturale e conservazione dei beni grazie al finanziamento concesso, partendo proprio dal sacro Monte di Varese: una fase appena iniziata sulla 13 cappella, quella che di tutto il percorso ha bisogno di restauri più intensi e che per questo si presta come “lavoro pilota” per tutte le altre realtà, ma che continuerà con la verifica e dei lavori di manutenzione minima anche per tutte le altre cappelle, in modo da lavorare di prevenzione contro il loro possibile degrado.

«Un’attenta programmazione degli interventi di manutenzione e conservazione può portare ad una ottimizzazione delle risorse e ad una migliore pianificazione degli interventi straordinari necessari, permettendo quindi una migliore gestione degli aiuti economici a disposizione degli enti gestori -ha sottolineato l’arciprete , monsignor Erminio Vill –  Significa, a conti fatti, una più concreta possibilità di prendersi dignitosamente cure di quello che, lo ricordo è un bene Unesco»

IL SACRO MONTE DI VARESE COME CASO DI STUDIO PER LA CONSERVAZIONE DEL SISTEMA DEI SACRI MONTI

«Il Sacro Monte di Varese è preso come caso studio per l’elaborazione di una metodologia applicabile poi su tutte le unità che compongono il sistema poichè risulta il più uniforme e omogeneo fra tutti i Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia ed è frutto della realizzazione di un progetto unitario, poichè tutte le cappelle furono progettate da Giuseppe Bernascone, concretizzato in un’unica fase che ha coperto un lasso di tempo abbastanza ristretto: circa un secolo – ha spiegato l’architetto Gaetano Arricobene – I singoli organismi architettonici, che compongono il Sacro Monte di Varese, risultano accomunati dagli stessi aspetti materici, tipologici e tecnologici, sono quindi campo ideale per l’elaborazione e la verifica delle linee guida/buone prassi conservative».

In restauro la tredicesima cappella del sacro Monte

GIA’ PARTITI I LAVORI DI RESTAURO

I lavori di restauro individuati come urgenti e prioritari saranno un interessante punto di partenza per testare la bontà e l’efficacia della metodologia generale proposta dal progetto.

E i primi interventi sono già partiti: «Siamo partiti dall’alto della struttura della cappella, esaminandola copertura della lanterna che, realizzata in piombo e datata dagli esecutori nel 1970, presenta lacerazioni e riparazioni avvenute negli anni Novanta per le quali sono stati già valutati interventi di restauro, e non di sostituzione . Inoltre sono già partiti i primi lavori di trattamento – spiega Bruno Giacomelli – Nel frattempo verranno svolti per le parti in pietra e intonaci di pregio dei preconsolidamenti, per fermare le parti in procinto di distacco. Sono state già rimosse le malte cementizie umide con presenza di sali nella zoccolatura per lasciare il tempo necessario per la pulitura della struttura, l’asportazione dei sali e l’asciugatura della stessa, prima dell’esecuzione di malte deumidificanti. E sono state iniziate, all’interno della cappella, anche le fasi di ricognizione e la prima fase di pulitura, con l’asportazione dei depositi incoerenti» A quest’ultimo scopo le statue in cotto policromo, caratteristiche delle cappelle del sacro Monte, sono state “incappucciate” con tessuti per tutelarle dai depositi superficiali che dovessero formarsi dalle lavorazioni sugli affreschi. Sulle statue infatti il restauratore interverrà solo una volta completato il restauro degli affreschi.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Marzo 2017
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