Novità per la raccolta funghi nel Parco Pineta

L'ente che gestisce l'area verde ha abolito il versamento di 25 euro per i non residenti

cercatore funghi

A dodici anni dall’adozione del tesserino per la raccolta di funghi epigei all’interno dell’area protetta, il Parco Pineta ha approvato nei giorni scorsi un’importante modifica al regolamento, abolendo il versamento di 25 euro annui dovuto dai non residenti. Regione Lombardia ha modificato le norme rendendo di fatto impossibile esentare i residenti dal pagamento del contributo annuo per la raccolta, il Consiglio di Gestione del Parco ha deciso a questo punto di non far pagare più nessuno.

L’ottenimento del tesserino, obbligatorio dal 2004 per i non residenti e dal 2006 per tutti, non è opera complessa, basta partecipare ad uno dei corsi micologici della durata di 3 incontri, finalizzati a far conoscere a tutti norme, modalità ed accorgimenti per raccogliere questi frutti in tutta sicurezza. Si ricorda che gli ultrasettantenni, e coloro che siano in possesso di un tesserino ottenuto frequentando un corso sono esenti dalla frequentazione, e possono richiedere il tesserino, recandosi agli uffici del parco, muniti di carta d’identità e codice fiscale.

Le modalità di raccolta dei funghi restano invariate: obbligo del cestino, divieto dell’uso di rastrelli, uncini o puntali metallici durante la ricerca dei funghi; il limite massimo giornaliero resta fissato ad 1 kg a persona (ad eccezione dell’Armillaria mellea, il più conosciuto chiodino, ove la limitazione sale a 3 Kg). Dopo molti anni, purtroppo, vi è ancora qualche fungiat che trasporta i funghi nei sacchetti di plastica; è quindi utile ricordare l’importanza dei contenitori, aerati per la dispersione delle spore, i quali devono essere obbligatoriamente rigidi per evitare che i funghi si comprimano fra di loro rendendo difficile un eventuale riconoscimento. Non sono pertanto idonee le retine delle arance comunemente utilizzate da alcuni.

«Il versamento di 25 euro è stato istituito quale piccolo contributo economico, una sorta di compensazione che il fruitore esterno lasciava per la cura del territorio, tenuto conto che il grosso delle spese per il mantenimento dell’ente Parco sono sostenute dai 15 comuni e dalle province di Como e Varese – dichiara Mario Clerici, Presidente del Parco Pineta –. In dodici anni nessuno ha avuto di che lamentarsi, riconoscendo quindi la bontà dell’iniziativa che oggi viene meno, un’occasione persa per la Regione di ascoltare i suoi cittadini».

Il regolamento completo è scaricabile dal sito del Parco www.parcopineta.org; gli interessati a frequentare il corso, che si tiene ogni anno in settembre, possono inviare una mail a info@parcopineta.org oppure telefonare al 031.988430.

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 02 Marzo 2017
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