Chiuse le indagini sull’omicidio Faraci, chiesto il giudizio per la moglie e due tunisini
Il pm Rosaria Stagnaro ha notificato la chiusura dell'inchiesta giudiziaria sull'assassinio del 72enne, avvenuto in casa due anni fa a Somma Lombardo. Per la Procura fu Melina Aita ad organizzare tutto

A poco più di due anni dai fatti il sostituto procuratore Rosaria Stagnaro (foto) ha chiuso le indagini sull’omicidio di Antonio Faraci, il pensionato di Somma Lombardo ucciso con un corpo contundente nella sua abitazione di via Briante il 12 aprile del 2014.
In pochi giorni le indagini dei carabinieri e della Procura passarono dall’ipotesi di una rapina finita male ad un piano più complesso che sarebbe stato architettato, addirittura, dalla moglie che, per prima, diede l’allarme dopo aver trovato il corpo dell’uomo senza vita.
La Procura chiederà il rinvio a giudizio per la moglie Melina Aita, considerata dagli inquirenti la mandante dell’omicidio, e i due tunisini Bechir Baghouli e Slaheddine Ben H’Mida che risultano tutt’ora latitanti perchè scappati dall’Italia nei giorni successivi ai fatti.
Le indagini si sono sempre concentrate sulla presunta relazione che ci sarebbe stata tra la 67enne e Bechir Baghouli che potrebbe essere proprio il movente dell’omicidio. Gli avvocati Cesare Cicorella e Carlo Taormina, invece, sostengono che non vi siano elementi concreti per stabilire questo tipo di rapporto tra i due.
La vicenda ora si sposta davanti al Giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere, in base alle strategie difensive adottate dai difensori di Melina Aita, se rinviare a giudizio e con quale rito la donna
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