L’aglio delle bisce al Villaggio Cagnola

Un'escursione di botanica raccontata dal viaggiatore della scienza Teresio Colombo

Le escursioni di Teresio: Villaggio Cagnola

Come di consueto riceviamo e volentieri pubblichiamo il racconto di Teresio Colombo, esperto naturalista che oggi ci racconta l’escursione al Villaggio Cagnola, alla Rasa, sorgente dell’Olona.

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Le escursioni di Teresio: Villaggio Cagnola 4 di 13

Il giorno 13/7 in compagnia del giovane Losseinì ci rechiamo in auto al Villaggio Cagnola presso la Rasa di Varese, iniziamo la salita dal sentiero principale e la prima fioritura sulla quale ci soffermiamo è quella della Cespica uniflora (Erigeron uniflorus) (01) la composita che comunemente ritroviamo su alcuni muri in buona esposizione; realizzata la prima foto scegliamo di salire dal sentiero che conduce direttamente al monumento che ricorda i caduti nella prima guerra mondiale, imboccato il sentiero subito dopo qualche metro troviamo un bel cespuglio di Origano comune (Origanum vulgare) (02) questa labiata, da alcuni indicata come maggiorana che è un francesismo comune, è particolarmente aromatica come tutti avremo potuto osservare degustando una pizza “napoletana”, mia moglie usa mettere questa sostanza aromarica mischiata al timo per insaporire arrosti e pesce, sembrerebbe inoltre che i vini trattati con l’origano assolvano molto bene la funzione di stimolante l’appetito e se bevuto durante o al termine dei pasti faciliterebbe le funzioni digestive; poco più sopra un cespuglio di Lilioasfodelo minore (Anthericum ramosum) (03,04) la liliacea comune nei prati secchi, su terreni calcicoli e abbastanza termofili; si prosegue così senza trovare fioriture particolari solo Losseinì vede un capriolo muoversi sopra di noi ma non fa a tempo a comunicarmelo che il capriolo è già fuori dal raggio visivo di entrambi, si arriva così al monumento dove ricerco le piante delle Elleborine che avevo trovate 2 settimane or sono ma che non ritrovo, si arriva così alla parte in piano che ci collega al sentiero principale dove sono fioriti alcuni esemplari di Borracina rupestre (Sedum rupestre) (05) una crassulacea abbastanza comune nella zona collinare; sulla roccia compaiono alcuni esemplari di Aglio delle bisce (Allium sphaerocephalon) (06) una liliacea comune in tutto il territorio e ricercata nei mesi primaverili sotto la denominazione di “erba cipollina”; a questo punto chiedo a Losseinì se ritiene di andare più in alto, la risposta è del tutto positiva e non poteva essere diversamente per 2 diverse ragioni: la prima è nel desiderio di conoscere luoghi a Lui ancora sconosciuti, la seconda è per vedere la curva di giro dell’auto che veniva utilizzata dal 1928 per percorrere il sentiero principale.
Per l’ulteriore salita scelgo la scalinata, ripristinata da un paio d’anni, in verità è per la ricerca del caglio rosso il vero motivo che ha motivato questa mia scelta anche se devo quasi subito accorgermi che la fioritura è sul punto d’inizio, trovo un boleto lurido dal gambo molle presumibilmente attaccato da larve che hanno arrestato l’ulteriore sviluppo, il fungo è considerato commestibile dopo cottura ma, essendo unico ritengo opportuno lasciarlo nel bosco si prosegue così fino al ricongiungimento con il sentiero principale dove mi fermo a riposare invitando l’amico Losseinì ad andare più sopra a vedere la piazzola di giro e la datazione del sentiero pedonale. Dopo essermi riposato, ingerite due caramelle e bevuto quasi un bottiglietta da mezzo litro di acqua, ritornato il compagno dal suo breve giro, iniziamo a scendere dal sentiero principale dove abbiamo la sorpresa di incontrare la Campanula soldanella (Campanula rotundifolia) (07) che se non fosse per le foglie rotonde alla base sarebbe del tutto confondibile con la campanula di Bertola; bellissimo anche il Centauro maggiore (Centaurium erythraea) (08) che essendo cresciuta in zona di più rada vegetazione consente di vedere la rosetta delle foglie basali di questa genzianacea che consentono di distinguerla dal centauro elegante che ne è privo, la pianta è notevolmente amara in tutte le sue parti ed è una delle basi di molti digestivi oltre ad essere stata il febbrifugo per eccellenza usato fino alla scoperta del chinino; poco più avanti ci sorprende la vista di alcuni esemplari di Bupleuro ranuncoloide (Bupleurum ranuncoloides) (09) una ombrellifera sempre più rara che soprattutto si trattasse della sottospecie ranucoloides sarebbe meritevole di una segnalazione internazionale perché non indicata nel recente volume su “la flora nella provincia di Varese” autore P. Macchi e altri, del 2005 e indicato come presenza non più rilevata nella nostra provincia in “Flora alpina” di D. Aeschimann e vari, ediz. Zanichelli del 2004; proseguendo nella discesa sono attratto dal Vincetossico comune (Vincetoxicum hirundinaria) (10) che è passato dai fiori ai baccelli ripieni di semi fa sorridere l’idea che i nostri nonni erano alla ricerca di questa pianta che veniva utilizzata contro il veleno soprattutto delle vipere ma anche di altri animali; più in basso, poco prima di raggiungere la deviazione per il monumento ritrovo come da almeno quattro anni alcuni esemplari di Centauro giallo (Blackstonia perfoliata) (11,12) anche questa una assoluta rarità stando alle citate pubblicazioni che costituiscono il punto di riferimento assieme ad altre pubblicazioni per risolvere i dubbi relativi alle classificazioni; le foto realizzate mi hanno pienamente soddisfatto ma nella discesa che sto affrettando incontro la fioritura della Campanula agglomerata (Campanula glomerata) (13).

Teresio Colombo

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Pubblicato il 25 Luglio 2017
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