Aggressioni in PS: gli infermieri chiedono tutele
La sicurezza del personale medico e sanitario è al centro del dibattito. Una raccolta di firme nazionale è l'occasione per accendere i riflettori sulla realtà varesina

La sicurezza in pronto soccorso o in ambulatorio. Dopo la violenza a una dottoressa impegnata nell’ambulatorio di guardia medica nel Catanese, è partita una raccolta di firme sul tema della tutela dei medici. Allo stesso tempo, però, anche gli infermieri chiedono attenzione sulle loro condizioni di lavoro. È di ieri la notizia di un nuovo pomeriggio agitato al pronto soccorso di Varese dove un uomo ha dato in escandescenze mentre era in attesa di essere visitato.
L’appello è del presidente del collegio IPASVI, Aurelio Filippini che si unisce alla raccolta di firme nazionale: « Sono un infermiere e anche i miei colleghi sono spesso vittime di aggressioni violenze, tutto ciò e inaccettabile, firmo molto volentieri a tutela di tutti gli operatori della salute, massima stima, solidarietà e vicinanza alla dottoressa».
Sulle aggressioni interviene anche Alessandro Albani, consigliere comunale a Busto della Lega Nord e membro del collegio Ipasvi: « È importante conoscere bene come funziona un Pronto soccorso e le difficoltà che tutti i giorni gli operatori devono affrontare per meglio comprendere che i professionisti sanitari e, in particolare, gli infermieri, devono essere visti come alleati del cittadino e non come nemici».
Il riferimento di Albani è agli episodi avvenuti al PS di Varese: « La stragrande maggioranza dei cittadini è rispettose delle regole, purtroppo però gli operatori devono affrontare situazioni non facili; d’altra parte il sovraccarico del reparto può creare significativi disagi agli utenti nonostante gli sforzi dei professionisti sanitari e l’impegno organizzativo dell’azienda. Anche come professionisti della sanità, chiediamo di mettere in atto seri interventi preventivi e di tutela».
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