La cultura celtica di Golasecca, una serata al Castello di Masnago
Appuntamento per martedì 21 novembre, alle 17 e 30 dove si terrà la presentazione di ziχu, collana di studi monografici sulla cultura celtica di Golasecca
Martedì 21 novembre, alle 17 e 30, al Castello di Masnago (via Cola di Rienzo, 42) si terrà la presentazione di ziχu, collana di studi monografici sulla cultura celtica di Golasecca.
Interverranno Carlo Mazza, Italia Nostra, sezione di Varese, Barbara Grassi della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, Gianmarco Gaspari del Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le Diversità Culturali, Silvia Fantino Assessore Cultura, Istruzione e Turismo del Comune di Sesto Calende. Inoltre, Mauro Squarzanti, Conservatore Museo Civico di Sesto Calende
Curatore della Collana “La cultura di Golasecca e le ragioni di una scelta”, Ermanno Arslan Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei, “Tra cultura di Golasecca e cultura La Tène lungo l’asse Liguria-Ticino”, Andrea Spiriti, Professore di Storia dell’Arte, Università degli Studi dell’Insubria.
Il Museo archeologico di Sesto Calende conserva tra i numerosi reperti della cultura celtica di Golasecca, di cui espone una delle più ampie e complete raccolte, un piccolo oggetto di enorme valore scientifico e culturale poiché su di esso sono state graffite alcune lettere alfabetiche. Sono le più antiche che si conoscano nell’area geografica prealpina occidentale.
Si tratta di un bicchiere deposto come offerta in una tomba a cremazione databile alla prima metà del VI sec. a.C. e la scritta è stata realizzata utilizzando segni alfabetici che hanno viaggiato lungo le rotte commerciali dai lontani territori dell’ Etruria meridionale. La scritta Zixu dal significato di “cosa scritta” è ora diventata il titolo, dal significato fortemente simbolico, di una collana di studi monografici sulla cultura di Golasecca che verrà presentata. Essa vuole raccogliere e raccontare gli studi e le ricerche su questa antica popolazione dandole una sua riconoscibile identità editoriale, ponendosi come platea di dibattito scientifico e punto di riferimento per dialogare con specialisti, Istituti Universitari e di ricerca e, più in generale, con cultori della materia. Una scelta tesa a valorizzare le specificità di una realtà demografica territorialmente significativa della protostoria prealpina.
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