Applausi per Buccirosso e il suo “Pomo della discordia”
La recensione dello spettacolo andato in scena sabato sera al teatro Apollonio, diretto e interpretato da Carlo Buccirosso
È andato in scena sabato sera, al Teatro Apollonio di Varese, la commedia “Il pomo della discordia”, di e con Carlo Buccirosso, volto già noto sia in televisione che al cinema.
La commedia, della durata complessiva di circa tre ore – che nulla ha a che vedere con l’antico mito greco, contrariamente a quanto il titolo stesso possa evocare -, ha come soggetto l’omofobia, e come scena la casa di una famiglia alto borghese (Buccirosso interpreta un notaio; l’ex fidanzata del figlio, ha un padre avvocato, ed il vicino di casa è un architetto) all’interno del quale si gioca l’equivoco generato dalle nuove tematiche di una sessualità (omosessualità, trans gender, bisessualità) poco masticate dal notaio, che confessa e mostra la sua provenienza da una cultura cattolica, e che mette in luce paure, timori, e difficili cambiamenti insiti in questa società.
La scena è stata divisa in due parti, una antistante (la terrazza della casa ) e l’altra posteriore (l’interno dell’appartamento) gestiti da una tenda piuttosto trasparente, fatta salire o scendere, a seconda del luogo dove maggiormente si svolgono i dialoghi. In tale artificio, ci pare di aver intravisto il voler sottolineare la differenza tra uno spazio pubblico, esterno (la terrazza), una facciata; ed uno spazio più intimo, privato (l’interno dell’appartamento); un parallelo con le dinamiche di facciata ed interiori che suscitano problematiche quali quelle del soggetto stesso della commedia.
Buccirosso, mostra la sua grande padronanza dei dialoghi e dello spazio scenico, accompagnato da un ottimo cast. Ad iniziare da Anna Nazionale, nel ruolo della moglie, abile anche nel cantare. Ed anche gli altri interpreti dei vari personaggi, che hanno mostrato soprattutto versatilità, nel danzare (un ben eseguito tango) e nel cantare (una Habanera della Carmen di Bizet, cantata in un registro non da soprano). Il lungo applauso finale del pubblico, è stato ben meritato.
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