Ecco perché albe e tramonti sono così belli in questi giorni

Marcello Mazzoleni spiega le ragioni meteorologiche di questi fenomeni affascinanti

Un'alba mozzafiato

«Da oggi a domenica, il versante qui a sud delle Alpi ci regalerà una magia, che da sempre ha reso ospitali anche zone a quote elevate: le brezze di caduta  – spiega Marcello Mazzoleni, che ha fondato “Meteosincero” – Capita infatti molto spesso in inverno che transitino sulla catena alpina dei promontori mobili di alta pressione, i quali riscaldano per compressione verso il basso la massa d’aria. Tale fenomeno é talmente comune, che viene citato come esempio in tutti i libri che si occupano di fisica dell’atmosfera. Caratteristica tipica dei cieli in queste situazioni, é la formazione di altostrati da rotore e di altocumuli lenticolari, che ci regaleranno albe e tramonti molto suggestivi».

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E così «tra domani e domenica l’isoterma di zero salirà fin sui tremila metri di quota, con temperature fino a dieci gradi a 1.500 metri e fino a quindici gradi a 800 metri. I tassi di umidità associati saranno, come sempre in questi casi, molto bassi, ovvero nell’ordine del 10-20%»

Nei fondovalle alpini, non é infrequente in questi casi arrivare, anche nelle ore notturne, a toccare valori fin sui 15-20 gradi: «Solo per citare gli ultimi anni, il 19 gennaio 2007 a Bellinzona c’erano venticinque gradi e la stessa località a fine gennaio del 1944 registrò ben 31 gradi nelle ore centrali del giorno, replicando lo stesso valore toccato a inizio gennaio 1874, durante i lavori per la costruzione della ferrovia del Gottardo».

Al contrario, «Le zone di medio-bassa pianura risentono appena del tepore portato dai venti di caduta sulle Alpi, con minime sotto lo zero e massime che non superano gli 8-10 gradi. Addirittura, le zone tra mantovano, basso Veneto ed Emilia restano spesso avvolte nella nebbia, con valori che faticano a superare lo zero anche di giorno».

Insomma, un fenomeno che privilegia chi abita sulle prealpi, anche se: «L’ idillio qui a sud delle Alpi comunque non durerà molto, perché la massa d’aria già il giorno di Natale andrà umidificandosi e quindi raffreddandosi, portando nuvole sempre più basse e compatte, tant’è che già fra Santo Stefano e giovedì la neve tornerà ad imbiancare i rilievi oltre i 700-1000 metri di quota».

E sul resto d’Italia? «No venti di caduta, no party: ad esempio in Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria già attorno ai 1000-1500 metri di quota le temperature resteranno decisamente rigide, con valori che non supereranno lo zero.».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2017
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da mike

    Albe e tramonti davvero spettacolari, veri e propri “quadri” meravigliosi ma la cruda e preoccupante realtà è che non piove più e il rifornimento idrico diventa ogni giorno più drammatico! Qui sul lago Maggiore ci si rende conto benissimo di quanta acqua manca…all’appello! E’ penoso vedere le rive del lago che si sono quasi triplicate in profondità, confinando l’acqua molto al largo. Gli organi competenti dovrebbero prendere seriamente in considerazione quanto sta’ avvenendo e predisporre misure urgenti in tal senso.

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Gentile mike ha proprio ragione.
    Purtroppo poche persone semplicemente non pensano più al futuro…vivono alla giornata e in quella giornata continuano ad intraprendere comportamenti poco virtuosi.
    Le precipitazioni sono diminuite dell’80% ma l’unico pensiero delle persone sembra che sia quello di andare in montagna a sciare su neve sparata dai cannoni.
    Basta vedere l’ultimo tavolo tecnico del sistema Ticino che è stato giustamente abbandonato dai responsabili dell’ente parco. Si parlava di barriere di contenimento per eventuali alluvioni (sempre più rare).
    Purtroppo il pianeta sa reagire benissimo, gli stupidi ripetitivi siamo noi.
    La drammatica siccità del Lago Maggiore verrà presa in considerazione solo quando gli attuali moli risulteranno inadatti a far viaggiare le imbarcazioni turistiche e inevitabilmente si avrà di riflesso un danno economico ingente.
    La attuale società la educhi solo colpendola nel portafoglio.

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