Cirilli al Sociale si racconta per immagini: “Il baule dei ricordi è un hashtag”
Il comico di Sulmona al Sociale con "#TaleEqualeAMe...again", uno spettacolo che ripercorre la sua vita attraverso le foto di un album virtuale, monologhi, canzoni e balletti
Gabriele Cirilli – campione indiscusso del teatro italiano, amato anche dal pubblico televisivo, torna sul palcoscenico con l’irresistibile #TaleEQualeAMe…AGAIN scritto con Maria De Luca, Carlo Negri per la regia Gabriele Guidi.
Dopo il successo delle scorse stagioni, già protagonista di “Tale e Quale Show” il programma di Rai 1 campione d’ascolti, condotto da Carlo Conti, il comico abruzzese sarà in scena al Teatro Sociale di Busto Arsizio sabato 3 febbraio (ore 21).
È la prima volta a Busto Arsizio?
Ci sono già stato una volta per la presentazione di un libro e ricordo tanto pubblico. In provincia di Varese conservo bei ricordi con i successi ottenuti a Varese e Gallarate: in entrambe le occasioni andò molto bene. Poi non posso non ricordare i miei esordi al Caffè Teatro dove ho iniziato con il cabaret mentre era appena iniziata l’avventura televisiva con Zelig.
Da Tale e quale show a #Talequaleame…again che è il titolo del tuo spettaccolo. Dall’imitazione di altri artisti alla ricerca, in chiave comica, del proprio passato.
Grazie all’espediente dell’hashtag ho potuto costruire questo spettacolo, aprendo un album virtuale di fotografie che mi riguardano. Sul palco sono io senza trucchi e senza aiuti. C’è pochissimo di quello che il pubblico conosce di me ma c’è moltissimo delle mia vita. Ad ogni foto che proietto partono monologhi, canzoni e balletti che rendono questo spettacolo particolarmente vivace. Gigi Proietti (suo grande maestro,ndr) usò, in un suo spettacolo, un baule mentre io uso un album virtuale.
L’idea dell’hashtag e la società dei social network. I comici ne hanno beneficiato?
Oggi, grazie ai social, si possono raggiungere persone che prima non potevi raggiungere se non con enorme fatica. È una rivoluzione totale perchè si può mettere in evidenza quello che fai. L’aspetto negativo è quello di aver dato la possibilità di parlare a chiunque. Per rimanere nell’ambiente del teatro, del cinema e della tv mi capita di vedere profili di persone che non lavorano ma che hanno migliaia di like e improvvisamente li vedi con una saponetta in mano da sponsorizzare. Tutto questo è assurdo ma io mi ci butto dentro e prendo il buono e il brutto.
Meglio la tv che ti ha reso un nome famoso o il teatro? Il tuo pubblico è lo stesso?
Meglio il teatro, lo sento casa mia. La tv è una vetrina che ti permette di far sapere che ci sei. Nei miei spettacoli a teatro ci sono tanti target di pubblico: dal bambino che mi ha visto allo Zecchino d’Oro al nonno che mi ha visto a Tale e Quale Show, passando per l’adolescente che ha visto qualche mio sketch sulla rete. C’è anche il pubblico teatrale, quello che si abbona alle stagioni teatrali cittadine, un target che sto cercando di conquistare spettacolo dopo spettacolo cercando di soddisfarlo anche dal punto di vista tecnico con una giusta regia, le giuste luci. Non mi piace chi pensa di portare quello che fa in tv sul palcoscenico; per quello basta un palasport, un capannone, una piazza. Bisogna avere rispetto per il teatro.
Hai seguito la polemica nata dal rogo del fantoccio di Laura Boldrini? Pensi che sia satira giusta o deriva sessista?
La satira va accettata anche se non è di nostro gradimento. L’idea del rogo è brutta ma se tu sei un personaggio pubblico ci devi stare perchè non si può piacere a tutti. Anch’io all’inizio mi arrabbiavo quando qualcuno mi criticava. Poi va detta una cosa: se c’è gente che non ti sopporta fatti una domanda e datti una risposta.
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