Cassiciacum, una vigna tra tradizione e leggenda
In questi giorni e fino alla fine di marzo in via dei Castagni a Casciago si può assistere alla potatura del vigneto “Cassiciacum”, di proprietà della famiglia Ballerio
Un vigneto al confine tra Varese e Casciago, ai piedi del Sacro Monte, con un nome evocativo e particolare.
In questi giorni e fino alla fine di marzo in via dei Castagni a Casciago si può assistere alla potatura del vigneto “Cassiciacum”, di proprietà della famiglia Ballerio: 2800 viti distribuite su mezzo ettaro di terreno.
Le piante sono state piantate nel 2012/2013 e la prima vendemmia, terminata a settembre 2017, porterà circa 2 mila bottiglie, due terzi di merlot “Sant’Agostino” e un terzo di nebbiolo “Sant’Eusebio”, nomi che da queste parti evocano leggende e simboli religiosi ben radicati nella tradizione.
A coltivare le viti e prendersi cura dell’appezzamento di terra sono Rinaldo Ballerio, noto imprenditore a capo della Elmec Informatica, e i suoi figli Stefano ed Andrea. Un’impresa famigliare portata avanti con passione e rigore, oltre che con un forte legame con la terra e con le tradizioni locali: «Questo era un territorio di vini, ci piacerebbe contribuire a farlo tornare allo splendore di un tempo – spiegano Rinaldo e Stefano, al lavoro di domenica mattina per la potatura dei 64 filari -. L’ambiente e i terreni argillosi sono l’ideale per le piante di Nebbiolo che attecchiscono perfettamente grazie anche all’abbondante escursione termica, alla buona ventilazione e ad un microclima unico garantito dalla presenza mitigatrice dei laghi e dall’esposizione al sole. Il nome? Abbiamo deciso di chiamarlo Cassiciacum, ispirati alla leggenda che vuole che Sant’Agostino sia passato di qui con sua madre Monica per trascorrere un po’ di tempo nella tenuta di campagna dell’amico Verecondo, a “Cassiciaco”». Non ci sono prove storiche che possano far affermare con sicurezza assoluta che quel Cassiciaco fosse l’odierna Casciago, ma fonti storiche (da Manzoni in giù) ne parlano e ci sono persone che studiano questa ipotesi e la ritengono veritiera o quanto meno verosimile.
«Il nostro vino vuole essere un vino senza tempo che nasce dalla passione per il territorio e che speriamo possa trasmettere le stesse emozioni anche a chi lo degusterà – proseguono i Ballerio -. La produzione dell’uva avviene rispettando le prescrizioni della disciplina IGT dei Ronchi Varesini. Non possiamo però fregiarci di questo titolo in quanto la vinificazione avviene a Santa Maria della Versa in Oltrepò Pavese, sotto la costante sorveglianza di enologi professionisti e utilizzando avanzatissime tecnologie non disponibili in loco. Con lo stesso impegno abbiamo selezionato le migliori uve della tradizione per un vino carico di sole e degli aromi tipici dei ronchi varesini».
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