La tragedia dell’esodo e delle foibe in una mostra
Resterà visitabile fino a venerdì 28 febbraio 2018, negli orari di apertura del Municipio, la mostra “Il Giorno del Ricordo – Conoscere per Ricordare” allestita nell’atrio del Palazzo Comunale di via Aldo Moro 3 ed aperta al pubblico da martedì 20 febbraio scorso.
La mostra è stata voluta dall’Amministrazione Comunale di Ferno – Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione – in occasione del Giorno del Ricordo, istituito nell’anno 2004 per commemorare le vittime della foibe, ed è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato di Milano.
Si tratta di dieci pannelli storici che ricostruiscono dettagliatamente la tragedia degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, espulsi dalle terre annesse dalla Jugoslavia, anche a seguito delle violenze contro gli italiani e più in generale i nemici ideologici e di classe del nuovo regime titoista.
Proprio in questi giorni sono in corso le visite della mostra da parte dei ragazzi delle scuole. Lunedì i ragazzi delle classi quinte della Scuola Primaria “Monsignor Bonetta” ed martedì e mercoledì alcune classi della scuola secondaria di primo grado “Benedetto Croce”, con la guida del sindaco Filippo Gesualdi. Sotto la guida del Sindaco Filippo Gesualdi, gli studenti hanno potuto approfondire la lettura dei pannelli esposti in Comune. Non solo. I ragazzi, grazie alla presenza di alcuni componenti dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, hanno anche potuto ascoltare la testimonianza diretta di chi quella tragedia, purtroppo, fu costretto a viverla sulla propria pelle.
«abbiamo voluto proporre ai nostri cittadini ma soprattutto agli studenti una riflessione su un drammatico evento della storia italiana rimasto per molti anni nel buio» dice Sarah Foti, Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Ferno. «Il mio particolare ringraziamento va ai volontari dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia che in questi giorni si sono messi a disposizione dei ragazzi, condividendo con loro, attraverso testimonianze toccanti, la propria dolorosa esperienza di esodati, rendendo nel suo massimo significato la portata di quella tragedia storica».
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