Maxi-truffa del resort in Belize, 150 parti civili pronte a dare battaglia

Riprende il processo a Domenico Giannini e altri per la maxi-truffa da 20 milioni di euro ai danni di molti investitori per la realizzazione di un resort irrealizzabile

Puerto azul hotel truffa gdf

Saranno quasi 150 le parti civili che domani (mercoledì) saranno rappresentate nel processo con rito abbreviato nei confronti di Domenico Giannini e altri collaboratori finiti nell’indagine della Guardia di Finanza di Varese e della Procura di Busto Arsizio (pm Luigi Furno, ndr), denominata Puerto Azul.

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L’inchiesta ha portato, circa un anno e un mese fa, alla scoperta di una truffa da circa 20 milioni di euro perpetrata ai danni di 200 clienti che avevano investito in un resort che sarebbe dovuto sorgere nell’atollo “Blue Hole” ubicato al largo delle coste del Belize: un paradiso in terra che, essendo tale, non era nemmeno edificabile in quanto ubicato in un’area protetta.

Per convincere anche i più reticenti Giannini e La Rosa avevano utilizzato, senza alcuno scrupolo e a loro insaputa, nomi famosi del jet set mondiale come John Travolta e Andrea Bocelli coi quali si erano fatti fotografare in diverse occasioni.

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I reati contestati sono truffa aggravata, appropriazione indebita, abusiva attività finanziaria e bancaria, sollecitazione e raccolta abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, riciclaggio, autoriciclaggio, circonvenzione di incapaci, falso in atti e sostituzione di persona sono i reati di cui dovranno rispondere i due promotori e gli altri imputati a vario titolo. I responsabili hanno provato a cavarsela con una proposta di patteggiamento che il giudice Luisa Bovitutti ha, però, respinto in quanto non avevano proposto un risarcimento ai truffati

A rappresentare una parte cospicua delle vittime del raggiro è l’avvocato Gianluca Fontana che sottolinea come «gran parte dei truffati proviene dalle Marche, dall’Abruzzo e dalla Liguria in quanto i promotori del progetto edilizio operavano dagli uffici di Fideuram di Pescara».

Proprio Fideuram e Credem appaiono in questo processo sia come parti civili che come responsabili civili in quanto secondo i difensori delle vittime ci sarebbe stata la consapevolezza da parte dei vertici della società di consulenza finanziaria.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Febbraio 2018
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