Appello Uva, battaglia sui testi tra Procura e Difesa

Chiesta l’ammissione come teste di Alberto Biggiogero e di altre tre persone. La difesa: «Allora si ascoltino anche i 40 che portarono all’assoluzione di poliziotti e militari»

biggiogero

Un’udienza interlocutoria, a tratti anche concitata, dove si è a lungo discusso circa l’ammissione dei testi che il Procuratore generale Massimo Gaballo ha chiesto vengano risentiti nel procedimento di fronte alla Corte d’assise d’appello di Milano per il processo sulla morte di Giuseppe Uva.

In primo grado gli imputati – sei carabinieri e due poliziotti – sono stati assolti per la morte di Uva avvenuta nel giugno 2008 a Varese, e oggi sono di nuovo di fronte al giudice con l’accusa di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato.
L’accusa nell’udienza odierna ha ribadito alla Corte d’Assise d’Appello la richiesta di ascoltare nuovamente quattro testimoni: tra loro, anche Alberto Biggioggero, che si trovava con il 43enne la sera in cui fu fermato dai carabinieri e portato in caserma.

Oltre a Biggiogero, la Procura generale ha chiesto di riascoltare altre tre persone: la dottoressa Finazzi (che quella sera fu chiamata in pronto soccorso), la operatrice Russo (oss – inserviente ausiliaria sociosanitaria del Ps di Varese) e l’ispettore Talotta, il poliziotto che per primo raccolse la denuncia.
«Oggi abbiamo affermato inutilità sostanziale perché i testi sono stati sentiti e risentiti e soprattutto Biggiogero, che verrebbe ascoltato per la settima volta», spiega Luca Marsico difensore di alcuni degli imputati.

«Qualora fosse aperta la porta del Procuratore generale, allora che si valuti anche il passaggio degli altri testi, che sono la stragrande maggioranza, una quarantina, decisivi per arrivare all’assoluzione in primo grado».

«La Corte si è riservata di decidere e ci dirà l’esito del proprio percorso nella prossima udienza, il 16 maggio», conclude Marsico.

Sul punto è interessante rilevare che una perizia relativa ad Alberto Biggiogero su richiesta del suo avvocato, Stefano Bruno, è stata di recente depositata in merito al processo che lo vede imputato per l’omicidio del padre avvenuto nell’estate 2017, e da cui risulterebbe che Biggiogero era semi incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio, ma capace di stare in giudizio.

Per questo procedimento il 15 maggio comparirà davanti al Gup di Varese mentre potrà essere sentito in Corte d’assise d’appello proprio per il processo Uva.
Oggi era presente in aula, a Milano, la sorella di Uva, Lucia, oltre a cinque carabinieri imputati: Paolo Righetto, Stefano Del Bosco, Gioacchino Rubino, Francesco Focarelli Barone, Pierfrancesco Colucci. Gli altri imputati sono i carabinieri Bruno Belisario e gli agenti di polizia Vito Capuano e Luigi Empirio.

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Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Maggio 2018
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