Il sindaco: «Non abbiamo neanche i soldi per cambiare le lampadine»
Ambrogio Rossi ha condiviso la lettera del suo concittadino nell’ultimo consiglio comunale

«Sì, la condivido la lettera di Casiraghi, anche se un po’ ci strapazza, la condivido pienamente».
Ambrogio Rossi, sindaco e alpino, 81 anni a fine mese, è quello che quando si ruppe la strada, l’anno scorso, portò avanti e indietro turisti e concittadini con la sua panda.
E da tempo sta facendo una battaglia anche lui per far sì che la montagna non si spopoli.
In questi giorni la storica attività del paese – la Marisa – ha riaperto in una struttura di proprietà comunale dove un tempo c’erano le suore grazie ad un bando che ha evitato che il paese si spogliasse dell’unica attività aperta al pubblico (parliamo di Curiglia, a Monteviasco invece, che è frazione dello stesso paese, di ristoranti ce ne sono tre).
«La macchina del caffè l’ha appena messa, ora pian piano andrà a regime. Speriamo».
Ieri sera c’è stato il consiglio comunale, erano in sei: «Abbiamo letto ovviamente la lettera che il nostro concittadino anche a noi ha scritto per sottolineare un problema serio e molto sentito dalle nostre parti: per muoversi è davvero diventato un problema. È vero che quando le corse c’erano, speso gli autobus si muovevano vuoti, o con una sola persona. Allora dico: che si trovino altre soluzioni, o il paese muore».
Le risorse sono poche e si fa fatica: «Noi di soldi non ne abbiamo, non ne abbiamo neanche per comprare una lampadina, una situazione non tragica, tragicissima», conclude Rossi.
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