I tesori del Liberty a Gallarate

Il libro di Piermichele Miano, inserito nella Rassegna Gallaratese di Storia e Arte, racconta delle bellezze architettoniche ed artistiche della città tra fine Ottocento e inizio Novecento

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Molte volte capita di avere sottomano un tesoro senza accorgersene perché si è abituati a vederlo sempre. Lo sa bene chi passa per o abita a Gallarate che – come è stato spiegato da Piermichele Miano durante la presentazione del libro “Il Liberty a Gallarate” al Museo della Società degli Studi Patri – è una città costellata di elementi architettonici in stile Liberty (o quasi).

Infatti Gallarate ha avuto un grande sviluppo, sia dal punto di vista demografico che urbano, negli anni a cavallo dell’Ottocento e del Novecento, proprio mentre si stava andando a delineare la brevissima esperienza del Liberty in Italia. I cittadini gallaratesi di allora erano spinti da un forte senso di rinnovamento e di modernizzazione che convinse molti ad abbracciare questo stile internazionale – e nazionale al tempo stesso – nella progettazione dei nuovi edifici. (Foto di apertura dell’articolo: particolare di uno scatto di Salvatore Benvenga alla sede della Banca di Gallarate, 1908, via Manzoni)

Internazionale perché si è sviluppato in diversi paesi contemporaneamente avendo come obiettivo quello di dar vita ad un’architettura e ad una forma estetica (che poi si è ripercossa sullo stile di vita sociale) in grado di liberarsi dal “giogo” dell’architettura del passato; mentre è anche nazionale perché ogni singolo Stato non ha potuto fare a meno di essere in ogni caso influenzato dall’eredità dei propri stili architettonici preesistenti.

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La presentazione del volume. Nella foto, da sinistra: il fotografo Salvatore Benvenga autore delle immagini, Piermichele Miano autore, Andrea Cassani sindaco di Gallarate, Matteo Scaltritti presidente della Società Gallaratese degli Studi Patri

All’interno degli stessi Stati, questo nuovo stile ha assunto differenti sfaccettature in base alla regione o alla località: per questo gli esempi Liberty a Gallarate non lo sono sempre del tutto. Tuttavia sono riconoscibili alcuni edifici che rispettano i canoni più tipici di quel Liberty inteso ed interpretato dagli architetti Giovanni Sommaruga e Camillo Boito (quest’ultimo era molto rinomato a Milano e ha progettato la facciata della Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate), come ad esempio Villa Borgomaneri e Villa Mauri. l palazzo del 1908.

Tra gli altri tesori di questo periodo storico sono di particolare bellezza anche le manifatture Bassetti, Maino e Borgomaneri (sempre in uno stile Liberty che si rifà un po’ a quello viennese); i mausolei delle famiglie dell’alta borghesia gallaratese che hanno spinto sull’acceleratore della modernizzazione e dello sviluppo urbano; le case operaie (di cui una è dotata di un parco condominiale particolarmente grande: secondo alcuni, questo potrebbe rappresentare un fattore di attenzione che gli imprenditori gallaratesi avevano nei confronti dei propri lavoratori); le case residenziali costruite per conto della Società Macchi e le incantevoli ville (per lo più opera dello Studio Tenconi-Moroni) che caratterizzano l’area urbana lungo la strada del Sempione a nord-ovest del centro cittadino, nel quartiere innervato da via Volta e via Cavallotti.

Gli esempi sono molteplici e spesso non sono costituiti da edifici interi ma possono essere semplicemente delle decorazioni, una facciata, dei balconi o una scala. Ma sono tutti tesori che i cittadini non dovrebbero dimenticare affinchè così possano prendersi cura della città (anche dal punto di vista economico e turistico) e che dovrebbero conoscere per non dimenticare la propria storia. In questo modo è possibile anche pensare e progettare il futuro di una città.

Questo articolo rientra nel progetto del Social Team di [OC] Officina Contemporanea, la rete per la cultura a Gallarate.

Emmanuele Occhipinti

di
Pubblicato il 27 Giugno 2018
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