Gli italiani hanno ricominciato a risparmiare
L'indagine sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani è stata realizzata dal Centro di ricerca Luigi Einaudi e da Intesa Sanpaolo

Gli italiani hanno ricominciato a risparmiare. Una propensione che hanno sempre avuto, un po’ più contenuta durante la crisi economica, certo, ma che ha ripreso a viaggiare su percentuali interessanti in questa fase di ripresa economica. A rivelarlo è l’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani condotta dal Centro di ricerca Luigi Einaudi e da Intesa Sanpaolo, secondo cui oltre il 47 % degli intervistati ha dichiarato di risparmiare, rispetto al 43,4 % del 2017. Aumenta anche la percentuale della quota risparmiata: il 12 % del reddito, il valore più alto dal 2001.
Nel pieno della crisi, l’economista Marco Fortis della Fondazione Edison in un incontro a Varese disse che quando si parla dell’Italia, oltre al debito pubblico, bisognerebbe tener conto anche di quello privato. In effetti il Gdd (Gross domestic debit), indice che misura l’indebitamento delle famiglie, indica chiaramente che gli italiani sono poco indebitati e amano risparmiare, al punto che la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è in grado di pagare due volte il debito pubblico. Durante la crisi si era anche detto che il risparmio dei privati era stato eroso sensibilmente, ma se è vero che l’area del non-risparmio aveva toccato il suo massimo storico nel 2012 (61,3%), è altrettanto vero, come dimostra l’indagine, che è bastato un accenno di ripresa a ridurre quell’area al 53%, con un aumento corrispondente dell’area del risparmio (47%).
La fiducia ritrovata del risparmiatore si riflette anche sulla soddisfazione rispetto al proprio reddito. Secondo l’indagine, la percentuale di intervistati che dichiara di avere un redito sufficiente o più che sufficiente sale dal 60,8% del 2017 al 63,6% del 2018.
Che i risparmiatori italiani non siano dei leoni è cosa risaputa: 9 su 10 hanno un’avversione assoluta al rischio. La sicurezza degli investimenti viene sempre al primo posto. Mettere al sicuro i propri risparmi prevale sul rendimento di breve periodo (13,6%), la liquidità (11,7%) e il rendimento di lungo periodo (6,7%). Il risparmio gestito sorpassa le obbligazioni. E non c’è da stupirsi, dopo le brutte sorprese delle subordinate e il caso di Banca Etruria. Comunque, nel 2018 il 21,4 % del campione ha dichiarato di avere avuto negli ultimi 5 anni una qualche forma di risparmio gestito. I sottoscrittori di fondi comuni sono stati il 10,9% degli intervistati, quelli di Etf (exchange-traded fund) il 7,3%, quelli di polizze unit linked (assicurazioni sulla vita ad alto contenuto finanziario) il 2,8%.
Infine tra le ragioni che portano gli italiani a risparmiare la motivazione precauzionale (43%) è la più diffusa soprattutto tra donne, giovani e anziani. A seguire il futuro dei figli (21,1 %), la vecchiaia (19,7%) e la casa (14 %) che nella precedente indagine era invece al secondo posto, dopo l’incertezza (42%) e prima della vecchiaia.
(foto sopra, da sinistra: Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Salvatore Carrubba, presidente del Centro Einaudi, Giuseppe Russo direttore del Centro Einaudi e curatore dell’indagine)
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