“Vogliamo una risposta sul futuro dell’ospedale”
All'indomani dell'incontro con l'assessore Gallera, il sindaco Resteghini chiede notizie del piano presentato dalla Comunità montana due anni fa
« I sindaci remino nella stessa direzione di Regione per superare questo difficile momento per la sanità». Il messaggio lanciato dall’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ai sindaci varesini e comaschi ( pochi in verità) riuniti nell’aula magna dell’Università dell’Insubria è stato accolto tiepidamente. È vero che il momento è delicato, ma il bisogno è elevato e occorrono direttive chiare e risposte concrete.
Ne è convinto, per esempio, il sindaco di Bisuschio Giovanni Resteghini: « L’assessore ha presentato le linee guida della sua azione, ha parlato in generale. Ma, in Valceresio, attendiamo tante risposte urgenti: le liste d’attesa troppo lunghe soprattutto nel settore della neuropsichiatria infantile dove si supera abbondantemente l’anno. C’è poi il delicato capitolo della “non auto sufficienza”: capisco che i fondi sono stati confermati, ma la domanda è decisamente più elevata e da presidente del Piano di zona sono molto preoccupato».
C’è poi un tema caro agli abitanti della valle: « A volte passo come ossessivo ma nessuno ci ha mai risposto in merito al piano di sviluppo sociosanitario dell’ospedale di Cuasso, presentato all’allora assessore Mantovani e riproposto al successore Gallera. Attendiamo una risposta ufficiale, ma è arrivata solo quella attraverso i giornali».
Per affrontare il futuro del presidio si è costituita un’apposita commissione nella comunità montana del Piambello: « Ci dicano se ha un senso, altrimenti la chiudiamo. Non chiediamo soldi pubblici ma solo l’autorizzazione ad attivare un tavolo di progettazione. Non è casa nostra, non possiamo fare come vogliamo».
La proposta inserita nel documento è quella di coinvolgere il Politecnico e la facoltà di Architettura ticinese per individuare potenziali vocazioni ulteriori rispetto a quella sanitaria: « Noi pensiamo che debba rimanere un piccolo nucleo di pubblico a garanzia della vocazione di questo plesso che è molto grande e ha 1,2 milioni di metri quadrati di foresta. Pensare poi a un futuro nel campo sociale, riabilitativo ma anche rifugio per donne maltrattate. Pensare inoltre a un investimento sulla mensa che potrebbe cucinare i pasti per tutte le scuole della valle ma anche le ditte. Fino a oggi, invece, si è continuato a spendere soldi per mantenere un presidio che non ha futuro. Si sono spesi 150.000 euro per sistemare la centrale termica. I fondi spesi in questi due anni avrebbero ampiamente finanziato uno studio progettuale serio. Invece solo silenzio».
L’azienda ospedaliera ha incaricato un avvocato perché sondi il terreno e proponga idee per il futuro dell’ospedale di Cuasso: « Noi non abbiamo incontrato nessuno. Abbiamo chiesto di nuovo un appuntamento con il governatore Fontana e l’assessore. Aspettiamo».
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