Angelucci “Domeniche aperte si, ma con equilibrio”

Sulle proposte di legge di cui si sta parlando in questi giorni parla il presidente di Uniascom Varese, Giorgio Angelucci

Quale sarà il saldo più richiesto?

Le proposte di legge sulle domeniche chiuse di cui si sta parlando in questi giorni in tutta Italia fanno discutere anche a Varese: abbiamo chiesto la sua opinione, da imprenditore nel commercio e da rappresentante del settore al presidente di Uniascom Varese, Giorgio Angelucci.

«Uniascom ha fatto un breve sondaggio tra gli associati e la stragrande maggioranza dei negozi vede bene una regolamentazione delle aperture domenicali – Spiega Angelucci – Una regolamentazione che sia però giusta ed adeguata. Nessuno discute sulle aperture di dicembre e in altri momenti speciali nell’anno, ma tutte le domeniche è un’altra storia».

Del resto, in tempi anche relativamente recenti, le aperture domenicali erano il frutto di un dialogo tra imprenditori, istituzioni e rappresentanti dei consumatori: «Io ricordo bene il tavolo di concertazione regionale di 15 anni fa, che metteva tutti gli attori in uno stesso luogo per prendere una decisione condivisa – spiega Angelucci –  Poi è arrivata la legge che ha liberalizzato gli orari e tutto è diventato selvaggio. Una legge che, di fatto, ha favorito i grandi centri commerciali, non le piccole realtà. Speriamo in un nuovo tavolo di confronto anche ora ed auspichiamo il ritorno a una regolamentazione equilibrata, ridando al cliente la possibilità di fare shopping nei giorni non solo feriali, ma dare anche agli imprenditori un giusto riposo».

Per quanto riguarda le proposte circolate in questi giorni: «Ho visto delle proposte sulla turnazione, che prevedono il garantire l’apertura del 25% dei negozi ogni domenica: una ipotesi che potrebbe teoricamente essere presa in considerazione, ma che vedo molto piu difficile mettere in pratica. La soluzione in teoria può essere anche condivisibile, per garantire una certa offerta nei centri storici, per esempio, ma poi è davvero difficile da mettere in pratica: meglio tornare alle domeniche aperte per tutti una volta al mese o in altri tempi che si possano concordare».

Il punto di partenza, però,  è che alle chiusure domenicali tout court non si può più tornare. Quei tempi sono passati: «Proprio perchè a questa prospettiva è difficile tornare, meglio ragionare in termini equilibrati, e non fare 4 domeniche su 4 e quasi 24 ore su 24, seguendo la consuetudine anglosassone. Anche perchè negli altri paesi europei non è così: anche in Francia e Germania applicano le chiusure domenicali».

Questo è un discorso, ovviamente, che non vuole toccare il turismo: «Per quanto riguarda il discorso dei centri turistici, è ovvio che siamo favorevoli come associazione: a Rimini, Sirmione o Venezia le aperture domenicali sono fondamentali. Ma bisogna definire quali sono i comuni veramente turistici: e Varese non penso proprio che sia una città a prevalente vocazione turistica».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Settembre 2018
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