Eroina nei boschi: quando i residenti denunciarono col cartello
“Qui spacciano” venne messo qualche tempo fra sulla strada che porta in cima alla montagna in una località della Valmarchirolo

Lo scatto non è recente, ma è in grado di raccontare più di mille parole quel senso di frustrazione che arriva quando ti accorgi che qualcosa non va. E allora ti saltano i nervi e fai quel che puoi.
In un paese della Valmarchirolo qualche mese fa i residenti arrivarono un giorno a posizionare un cartello per protesta contro uno stranissimo via vai di auto in una strada di montagna, che presto riuscirono a decifrare: lì, nelle dolci colline delle Prealpi varesine, era arrivata quella vecchia signora che gli annali declinavano in coppia con la siringa, e che oggi si fuma o si sniffa a poco prezzo: l’eroina.
Il punto è che l’effetto risulta parimenti devastante: magari le braccia non si rovinano ma si comincia lentamente a morire con gli effetti nella testa, nel fisico: deperimento degli organi interni, apatia e tutto ciò che ne consegue e che ti può portare sottoterra in poco tempo.
Ma come? È arrivata fin qui, fino sotto casa, fino nei sentieri dove si va per passeggiate o a “fare funghi” o castagne?
Sì, l’eroina è arrivata fino nelle valli, e forse mai se n’è andata. E allora ecco che quel cartello torna d’attualità: fu anche quello il grido notato dalle forze dell’ordine e presto rimosso per consentire agli investigatori di lavorare con calma, di incrociare confidenze con le scie lasciate dalle cellule attraversate dagli smartphone e dal traffico telefonico, e dagli sms, e da tutto quello che si può fare con un telefono: dal mandare una foto della roba al descrivere i prezzi delle dosi: “Venite, oggi c’è il 3×2”.
Ci siamo stati, in quei posti. Sentieri anonimi con pochissime tracce quando non sono presidiati. Portoni dell’inferno quando c’è la sentinella che ti fa entrare e ti dice dove andare, fino che non arrivi alla prima cerchia dove paghi, e a quella dopo dove ti danno in mano la roba: e te ne devi andare. Perché per farti devi uscire dal bosco e magari sederti sull’auto parcheggiata a bordo strada, che dopo una mezzora si accende e ti riporta sui libri di scuola, al cantiere, in ufficio o a casa, magari dai tuoi figli.
Una piaga che le forze dell’ordine stanno contenendo, ma che anche grazie all’attenzione dei cittadini a ciò che accade proprio dietro casa si può debellare. Anche con un cartello.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.