Torture nei box, fermati i quattro minori
La misura eseguita in mattinata dalla squadra mobile di Varese: i giovani sono al Beccaria. Confermato il movente: tutto per 40 euro dovuto a piccolo spaccio

La procura dei minori di Milano nella mattinata di oggi, venerdì 23 novembre, ha dato esecuzione da parte della Squadra mobile di Varese, «a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di tre dei quattro minorenni autori dei gravissimi fatti occorsi a Varese. Un quarto minorenne, anch’egli coinvolto, era stato già sottoposto a fermo di polizia giudiziaria in data 20 novembre, alla luce di un accertato e concreto pericolo di fuga. Per quest’ultimo è stata celebrata in data odierna l’udienza di convalida, al termine della quale è stata disposta dal Gip la custodia cautelare».
RISERBO NELLE INDAGINI – I magistrati milanesi hanno gestito le indagini con grande riserbo «a fronte del legittimo allarme mediatico dei giorni scorsi, imposto dalla necessità di acquisire elementi probatori irrinunciabili, quali l’esame della vittima, da pochi giorni in grado di riferire quanto subito, nonché il sopralluogo presso il garage dove si sono consumati i fatti».
IL GIP – Il Giudice per le indagini preliminari per i minorenni ha dunque «tempestivamente valutato la sussistenza delle ipotesi delittuose prospettate e l’assoluta necessità di provvedimenti cautelari».
GLI ABUSI – «E’ stato, infatti, accertato che la giovanissima vittima, il 9 novembre scorso, è stata minacciosamente avvicinata da quattro coetanei e condotta presso un garage poco distante, nel quale è rimasta rinchiusa per circa tre ore e mezzo – recita la nota della Procura dei minori – . Qui, il minore è stato sottoposto a percosse, minacce e sevizie. Per quanto acclarato allo stato delle indagini, dopo essere stato legato su una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese percosso dai quattro indagati; spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi; gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito».
I CANI – «Alcuni colpi gli sono stati inferti, con intento minaccioso, con un bastone ferrato; uno dei sequestratori si è temporaneamente assentato, promettendo di ritornare con i pitbull di una parente, che sarebbero stati aizzati contro la vittima; gli veniva avvicinato un accendino con una bomboletta di gas minacciando di dargli fuoco; più volte il giovane sequestrato è stato minacciato di essere trattenuto nel garage ad oltranza, fino alla morte. Le invocazioni di aiuto sono state tacitate con la minaccia di sigillare la bocca del sequestrato con nastro adesivo, così rendendo difficoltosa anche la respirazione. La liberazione è stata decisa solo a fronte di ulteriori percosse e reiterate promesse di silenzio. Gli è stato, da ultimo, asportato il telefono cellulare ed un orecchino dallo stesso indossato».
MOVENTE – Il movente di quanto accaduto nel box delle Bustecche sarebbe da ricercarsi «nel saldo di un preteso credito maturato nei confronti di un altro minorenne amico della vittima, sullo sfondo del piccolo spaccio. Allertante l’esiguità della cifra pretesa – appena 40 euro – e la pervicacia della pretesa stessa, perseguita anche nei giorni successivi fino al raggiungimento della soddisfazione, il 13 novembre scorso».
Conclude il procuratore Ciro Cascone: «Va rimarcato il solerte e discreto lavoro encomiabilmente svolto dalla Squadra Mobile di Varese, nonché la continenza di quanti, nel mondo mediatico, hanno inteso rispettare il riserbo richiesto da questo ufficio, nella certezza di lavorare nel solco della conciliazione tra diritto all’informazione, garanzie processuali e difesa sociale».
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