Scontri prima di Inter – Napoli, morto un ultras di Varese

La vittima è Daniele “Dede” Belardinelli, 39 anni, residente a Morazzone, volto noto nel mondo ultras di Varese e dell’Inter, membro dei Blood Honour

daniele belardinelli

Era di Varese l’uomo morto in seguito agli scontri all’esterno dello stadio di San Siro. I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Questore di Milano Marcello Cardona, già Questore di Varese.

La vittima è Daniele “Dede” Belardinelli (nella foto nel corso di una manifestazione a Varese), nato nel 1979, operaio edile residente a Morazzone, volto noto nel mondo ultras di Varese Calcio e Inter (tifoserie storicamente gemellate), uno dei capi riconosciuti dei Blood Honour e con precedenti per reati da stadio, già colpito da Daspo in passato (gli ultimi nel 2007 e nel 2012, entrambi di 5 anni). Esperto di arti marziali, aveva partecipato e vinto diversi incontri di MMA nella disciplina della “scherma corta” con i colori della “Fight Academy” di Morazzone che da tempo però non frequentava più. Lascia la moglie Cristina e due figli adolescenti.

L’uomo è stato investito in via Novara a Milano, nei pressi dello stadio San Siro, teatro degli scontri tra alcuni ultras dell’Inter e del Napoli (presenti anche alcuni ultras del Nizza). Sono in corso accertamenti sulle responsabilità. Belardinelli è morto all’ospedale San Carlo, dove è stato trasportato da altri tifosi: sottoposto ad intervento chirurgico nella notte, per lui non c’è stato nulla da fare.

LE PAROLE DELLA MOGLIE

«Si sono dette molte cose sbagliate su di lui – dice la moglie – Era un bravo padre e un gran lavoratore. La casa, le macchine e il furgone sono il frutto del suo lavoro. Se chiedete in giro vi diranno tutti che era una brava persona, non ha mai fatto del male a nessuno. Sapevo che si sarebbe trovato con gli amici per andare allo stadio».

I VICINI DI CASA

Nella vecchia corte lombarda dove abitava Daniele Belardinelli, quasi tutti i vicini di casa sono sorpresi dell’accaduto. Tra case di ringhiera e vecchi fienili ristrutturati nella frazione Cuffia a Morazzone abitano ben dodici famiglie e tutti si conoscono molto bene. La vittima aveva un nomignolo, “Dede”, diminutivo di Daniele. «Da qualche giorno avevo visto il suo furgone bianco parcheggiato sotto casa – dice un vicino – e così avevo pensato che fosse andato in vacanza per le feste natalizie. Era un grande tifoso dell’Inter come quasi tutti noi del resto. È incredibile».

IL COMMENTO DEL SINDACO DI MORAZZONE MATTEO BIANCHI

«Sono sorpreso e scioccato da questa notizia. Dal punto di vista dell’impegno sociale non posso dire nulla di questa persona se non che era molto attiva in modo positivo: aveva aperto una palestra, coinvolgeva i giovani, partecipava agli eventi del paese e aveva una bella famiglia – commenta Matteo Bianchi, onorevole della Lega – Morire per una partita di calcio è una cosa pazzesca»

Generico 2018
(nella foto un frammento dei video degli scontri)

IL POST DEL CALCIO VARESE

Nel corso degli scontri quattro persone, tifosi del Napoli, sono state ferite. Tre uomini sono stati arrestati e altri sei denunciati, tutti con l’accusa di rissa aggravata, lesioni e violenza da stadio. Per tutta la giornata di giovedì 27 dicembre sono state eseguite perquisizioni nel Varesotto e nel Milanese. Non sono stati resi noti i nomi delle persone oggetto di indagine.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Dicembre 2018
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