Alessia e il sogno americano all’ombra dei canestri
Da Malnate alla Caldwell University: Alessia Smaldone ha lasciato l'Italia per coronare il suo sogno sportivo. E per tornare con un master prezioso
Alessia Smaldone, classe 1995, è originaria di Malnate ma per rincorrere il proprio sogno sportivo – e perfezionare gli studi in economia – ha scelto di attraversare l’Atlantico. Oggi vive nel New Jersey dove gioca a basket nella squadra femminile della Caldwell University.
La sua esperienza di “varesina all’estero” è iniziata la scorsa estate per inseguire un sogno sul parquet: oggi si divide tra allenamenti e libri, partite e stage di lavoro, vita nel campus universitario ed esperienze sempre nuove. Tra l’altro, le sue statistiche sono niente male: nelle prime 15 partite disputate in maglia Cougars, Alessia ha segnato 12,7 punti di media oltre a 4,7 rimbalzi e 3,8 assist, tirando con il 39,2% da 2 e con il 37% da 3 punti. Ecco il suo racconto.
Ho iniziato da piccola a giocare a basket: avevo sei anni se non mi ricordo male e da allora non sono più riuscita a smettere. Dopo l’esperienza con il minibasket a Malnate, ho giocato in Comense per qualche anno e poi a Cremona, Canegrate e Milano. E voglio ringraziare i miei genitori che hanno avuto sempre la pazienza e la buona volontà di accompagnarmi ovunque.
Accanto al gioco però ho studiato, mi sono iscritta all’università e nel 2017 mi sono laureata in Cattolica, in economia e gestione aziendale.Però, lo avrete capito, fin da piccola avevo solo un sogno: quello di giocare a basket in America. Ho cercato un modo per realizzarlo e alla fine ho trovato un sito che dava la possibilità agli atleti di ottenere borse di studio per studiare in America: “AthletesUSA”. A quel punto ho iniziato a spedire svariati video delle mie partite che sono stati pubblicati e resi visibili online. Poi, dopo qualche mese di silenzio, ecco l’occasione: ben tre proposte per andare a giocare oltre Oceano.
Due college però volevano che restassi in America per quattro anni, ovvero avrei dovuto iniziare di nuovo il mio percorso universitario. Caldwell University (CU) invece mi dava la possibilità di restare per due anni ma anche di ottenere un master in business administration: insomma, proprio quello a cui ambivo!
La decisione di volare negli USA è stata una conseguenza immediata: non ci ho pensato nemmeno per mezzo secondo.Non nego però che l’inizio sia stato parecchio difficile: ero abituata ad avere una macchina, ad essere autonoma e a decidere dove andare e quando. Qui è cambiato tutto. Senza contare gli orari folli degli allenamenti! Per le prime sei settimane ci allenavamo quasi tutti i giorni alle 5.30/6 di mattina e per me è stato un trauma: a Varese, dove ho le mie persone, i familiari, i posti del cuore e… il caffè buono, gli allenamenti sono sempre stati tre alla settimana con la partita nel weekend.
Qui invece il ritmo è decisamente diverso e inoltre ho dovuto fare i conti con una lingua da perfezionare, nessuna conoscenza, un diverso modo con cui ci si approccia allo sport, l’un unico ambiente – l’università – nel quale passo quasi 24 ore della mia giornata e il cibo locale.
Cibo, cibo cibo: di casa mi mancano i miei amici, la famiglia, il mio cane e il mio amore. Ma anche il mangiare bene tipico dell’Italia.Qui però sto imparando molto a livello sportivo: ho la fortuna di giocare tanti minuti, di avere allenatori che mi seguono in fase di preparazione tant’è vero che il mio tiro e la mia difesa sono nettamente migliorati e mi piacerebbe continuare a giocare a basket… per tutta la vita. Il futuro però è ancora da scrivere: per il momento ho un altro anno da trascorrere – in campo e in aula – qui a Caldwell prima di ottenere il mio master. Poi chissà: l’Italia mi manca e penso che mi riavvicinerò.
Nel frattempo, settimana scorsa, ho iniziato anche uno stage lavorativo e le differenze con il nostro Paese sono enormi anche in questo campo. Però devo dire che in ufficio qualsiasi avvenimento è buon per festeggiare e soprattutto per mangiare e questo aspetto mi piace: è un modo ottimo per fare gruppo e creare nuove amicizie.
In un recente articolo abbiamo scritto di come siano oltre 55mila i varesini che si sono trasferiti all’estero. Proprio come con Alessia ci piacerebbe raccontare, per quanto possibile, chi siano, di cosa si occupano e dove si trovano là fuori nel mondo. Se vivete all’estero e vi piacerebbe mettervi in contatto con noi potete compilare questo modulo, vi contatteremo al più presto. Abbiamo anche aperto un gruppo Facebook per tenerci in contatto, lo trovate qui.
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