Legge di Bilancio, il 2019 per le Pmi parte in salita
Il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli: "Tante incertezze, fate subito chiarezza"
Legge di Bilancio al giro di boa: l’approvazione definitiva «salva il Paese dall’esercizio provvisorio ma costringe le imprese a iniziare l’anno nuovo nell’affanno tipico dell’incertezza».
C’è più preoccupazione che critica nelle parole del presidente di Confartigianato Varese, Davide Galli, dopo giorni di analisi di ciò che la manovra varata dal Governo giallo-verde porterà in dote al 2019: «Prima di entrare nel merito dei provvedimenti, che in alcuni casi rispondono più che in passato alle istanze della piccola e media impresa, occorre analizzare il quadro complessivo, caratterizzato da un alone di incertezza che potrebbe costringere gli imprenditori a rientrare dalle ferie natalizie con il freno a mano tirato».
Il riferimento è intanto alla necessità di comprendere a fondo e assimilare le tante novità introdotte dalla manovra di Bilancio.
«In molti casi, infatti, i chiarimenti arriveranno solo con i decreti attuativi e in tempi incerti» ricorda Galli. A questo s’aggiunga lo spacchettamento di alcune norme strategiche (quota 100 e reddito di cittadinanza su tutte) che, di qui alla primavera prossima, «potrebbero rimescolare di nuovo le carte in tavola».
«Come può un imprenditore pianificare la propria attività se non ha la possibilità, ad oggi, di sapere quanti e quali dipendenti potrebbe di perdere in corso d’anno, una volta entrata in vigore la nuova legge sulle pensioni? E, ancora, come si possono organizzare gli organici e le assunzioni senza tenere in considerazione gli eventuali benefici in tal senso connessi al reddito di cittadinanza?».
Due casi su tutti, che non esauriscono la quota di incertezza in capo al mondo della piccola e media impresa: «Dal decreto semplificazioni al decreto fiscale al decreto dignità, diventa difficile riassumere il progetto legislativo nel suo complesso e attuarne sic et simpliciter i principi».
In questa sorta di ragnatela «fa poi capolino l’incognita delle elezioni Europee che, anch’esse in primavera, potrebbero addirittura cambiare gli equilibri di Governo e, di conseguenza, le linee di indirizzo sin qui tracciate. O, peggio, potrebbero far partorire provvedimenti più “di pancia elettorale” che di
“testa” di qui alla data del voto». È insomma un 2019 in salita e in parte avvolto dalle incognite quello fotografato dal presidente di Confartigianato Varese che nell’assenza di certezze vede il principale connotato di una serie di norme che, pure, in molti casi evidenziano una reale attenzione del legislatore alla
piccola e media impresa.
«Alcune analisi dei giorni scorsi prevedono un aumento del livello di tassazione per cittadini e imprese ma, personalmente, ciò che mi preme di più in questa fase è comprendere il progetto di sviluppo che si ha in mente per il Paese: rimangono, infatti, ancora troppi dubbi sul futuro delle grandi infrastrutture di collegamento e la stessa flat tax, così come è stata pensata, non assorbe a pieno le aspettative del mondo delle imprese».
C’è poi da dire che le aziende, a inizio anno, saranno pure alle prese con la novità della fatturazione elettronica, «per la quale da mesi Confartigianato ha messo a punto la web app eBox con l’obiettivo di trasformare un obbligo oggettivo in opportunità di digitalizzazione».
La speranza, insomma, è che i chiarimenti attesi e i provvedimenti in divenire arrivino rapidamente per poter davvero quantificare il netto dello sviluppo possibile. Meglio se accompagnati, per una volta, da una legittima moratoria del caro-caselli di Capodanno (così come annunciato dal ministro Toninelli, ndr).
In un clima «che richiede all’impresa l’ennesima dose di coraggio, è tuttavia doveroso ricordare che i passi in avanti non sono mancati, a partire dall’abolizione del Sistri disposta nel decreto Semplificazioni, passando per la mini-Ires, fino all’iper-ammortamento e alla formazione 4.0 “a scaglioni”, con incentivi più alti per la piccola e media impresa». A questi provvedimenti Galli aggiunge «la revisione delle tariffe Inail, l’affidamento da parte della Pa di appalti senza gara per opere da 40 a 150mila euro, la deducibilità dell’Imu
per gli immobili strumentali ai fini Ires e Irpef (dal 20 al 40%) e, comunque, il primo vagito di flat tax per redditi fino a 65mila euro».
Mentre «più di una preoccupazione sorge nel notare l’assenza, dai radar della politica, di riferimenti al potenziamento del welfare aziendale, strada che riteniamo di non ritorno anche a fronte dell’arretramento del welfare Statale» conclude Galli.
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