Attenzione all'”occhio pigro”, a Lonate ci pensano Lions e Comune
Sono stati 238 i bimbi che sono stati sottoposti a screening negli asili lonatesi

L’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Lonate Pozzolo ha sostenuto il progetto “Sight for Kids”, promosso dall’Associazione Lions Club International, da sempre impegnata nella prevenzione e cura della cecità e delle malattie oculari (glaucoma, cecità da fiume e altre).
«Un progetto reso possibile dalla collaborazione tra Lions e amministrazione comunale e che ha permesso screening per 238 bambini», ha spiegato l’assessore al sociale Melissa Derisi. «Grazie allo screening potremo garantire ai bambini di risolvere qualche problema nascosto e sconosciuto ai genitori» dice Camillo Corazzari, presidente del Lions locale, il Club Lonate Pozzolo Brughiera.
Sono stati coinvolti quattro materne paritarie e un asilo nido pubblico, di Lonate e frazioni. E i risultati sono evidenti: «L’8,4% dei bambini è risultato avere gravi problemi, il 5,9 con lievi problemi».
L’ambliopia consiste in una marcata riduzione dell’acuità visiva di un occhio (il cosiddetto “occhio pigro”), in assenza di lesioni organiche osservabili oppure quando queste ultime risultino presenti ma non siano tali da poter giustificare tale fenomeno. Si verifica in circa il 4-5% dei bambini nei primi anni di vita durante la fase di sviluppo delle strutture deputate alla visione e solitamente risulta reversibile se si interviene nei primi 5-6 anni di età. «L’ambliopia può portare alla perdita di un occhio, ma è difficile riconoscere la patologia perché spesso il bambino compensa con l’altro occhio e quindi il problema non emerge» spiega il dottor Gino Balestra, responsabile del progetto per il Distretto del Nord Lombardia.
Per questo è importante lo screening: se la diagnosi ed il trattamento riabilitativo avvengono precocemente, entro i 4 anni, ci sono ottime possibilità di ottenere un recupero visivo soddisfacente, cosa che non accade quando la diagnosi avviene tardivamente, oltre il 5-6 anno di vita. «La raccomandazione ai genitori è ottemperare alle indicazioni emerse dallo screening, per affrontare i problemi» conclude Corazzari (va notato che non sempre le famiglie sono disposte a riconoscere il problema, statisticamente un 10% non aderisce allo screening, così anche a Lonate).
«A livello di Distretto abbiamo fatto negli ultimi anni screening per 11mila bambini, quest’anno contiamo di arrivare a 4-5000 entro giugno» aggiunge ancora Balestra. «Questo progetto non si deve fermare qua». Un richiamo anche a un ritorno a un’attenzione pubblica sul fenomeno.
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