Mercalli e i consigli ai giovani per salvare il clima: “Continuate a parlarne”

Il celebre climatologo ha tenuto una conferenza all’Università degli studi dell’Insubria. "Agire per salvare il clima può essere impopolare ma dobbiamo farlo"

luca mercalli

Il celebre climatologo ha tenuto una conferenza all’Università degli studi dell’Insubria la mattina di venerdì 5 aprile per discutere con gli studenti sui cambiamenti climatici e cosa si può fare per cambiare la situazione

Dopo la grande manifestazione contro i cambiamenti climatici del 15 marzo, quando migliaia di studenti sono scesi in piazza per seguire l’esempio della giovane attivista Greta Thunberg, rimane ancora una domanda: cosa possono fare i giovani per portare avanti questo progetto di sensibilizzazione e cercare effettivamente di arginare il rischio dell’aumento delle temperature?

Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana e noto divulgatore scientifico, ha tenuto venerdì 5 aprile una conferenza all’Università degli studi dell’Insubria per discutere assieme agli studenti proprio su questo tema.

«Bisogna trasformare questa manifestazione – ha invitato Mercalli – in una pressione politica costante e in una grande coerenza personale e compiere delle scelte dirette e concrete». Secondo i ricercatori, per esempio, il traffico aereo provoca livelli di emissioni molto elevati. Anche se passare un fine settimana a visitare una capitale straniera grazie a un volo low-cost è senza dubbio invitante, secondo Mercalli sarebbe meglio se tutti cercassero di utilizzare gli aerei il meno possibile. Infatti: «Il traffico aereo provoca emissioni di co2 molto elevate – ha precisato il climatologo –. Inoltre, i ricercatori hanno stabilito che la co2 emessa ad alta quota ha effetti ancora più dannosi sul clima».

La co2 gioca un ruolo importante nella regolazione della temperatura del pianeta. Grazie alle analisi dei ghiacci dell’Antartico realizzate dagli scienziati della base Epica, si è potuta tracciare la variazione dei livelli atmosferici di co2 negli ultimi 800 mila anni. Si è notato che a ogni aumento di co2 è corrisposto un innalzamento delle temperature, mentre i periodi con livelli di co2 bassi corrispondono alle diverse ere glaciali. Prima della Rivoluzione industriale i livelli di co2 non hanno mai superato le 300 particelle per milione di molecole d’aria. Oggi si sono superate le 410 parti per milione. Può sembrare una piccola variazione, ma se questa situazione dovesse continuare per troppo tempo l’emergenza climatica potrebbe diventare irreversibile.

«Se manterremo il livello di emissioni attuale – ha spiegato Mercalli –, supereremo il punto di non ritorno e cadremo in un baratro da cui non potremo uscire per almeno altri 100 mila anni. Può darsi che la Terra salti anche la prossima era glaciale». Gli scienziati non sanno prevedere cosa accadrà al pianeta in questo scenario, ma i rischi per l’uomo e le altre specie saranno oggettivi: ci sarà ancora abbastanza cibo? Quali zone saranno sommerse a causa dell’innalzamento dei mari? I disastri provocati dai fenomeni atmosferici diventeranno più gravi e frequenti?

Ma se la maggior parte degli scienziati condivide la preoccupazione nei confronti del cambiamento climatico e i suoi rischi, perché le istituzioni non applicano le misure necessarie ad arginare il problema? «Principalmente – ha aggiunto Mercalli – perché bisognerebbe adottare soluzioni molto impopolari come l’aumento dei costi del carburante, limitare il consumo di carne e in generale ripensare da cima a fondo il sistema economico e produttivo dell’intero pianeta».

Secondo Mercalli c’è comunque qualcosa che i giovani possono fare: «continuate a parlare di questi problemi, sfruttate i mezzi di comunicazione, il web, i social e perché no, magari qualcuno di voi deciderà di fondare un partito e portare la questione del cambiamento climatico in politica».

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Pubblicato il 06 Aprile 2019
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