International trail: in 650 di corsa tra montagna e lago

L’evento ospita atleti di 26 nazioni e 37 province italiane. Lo sforzo degli organizzatori: «Curiamo i minimi dettagli»

Avarie

C’è chi dormirà in un B&b, chi in albergo e chi invece nella palestra comunale di Maccagno: materassino in gomma piuma, sacco a pelo e via.

Del resto i partecipanti alla Lago Maggiore International Trail hanno scelto uno sport duro e che da queste parti è ben più che una semplice corsa. Ne sanno qualcosa i 643 partecipanti all’edizione numero sei, molti dei quali non aspettano altro per godersi un paesaggio unico, inimitabile e amato.

Lo stesso percorso solcato anni fa da un gruppo di amici sportivi che diedero vita alla Associazione sportiva dilettantistica ASD Val Veddasca e Molinera Running, nata nel 2013 per pura passione, che oggi si è trasformata in valore aggiunto per il territorio.

«E l’anno successivo è partita la prima edizione dell’International Trail. Era il 2014», spiega Rino Cordato, 55 anni, maresciallo dei carabinieri di Luino, uno degli “iron man“ abituati a macinare dislivelli sotto sole e vento e che per una settimana l’anno indosserà i panni dell’organizzatore di eventi.

«In realtà i preparativi durano parecchio. Ma nella settimana prima della corsa si concentra gran parte del lavoro» – spiega Rino in uno dei pochissimi scampoli di tempo che riesce a trovare all’antivigilia della competizione.

«Il segreto sta nei particolari», spiega: «Bisogna seguirli tutti, i particolari, con precisione e costanza. E una volta steso il programma, sono propio i dettagli ad essere analizzati. Del resto siamo un’associazione dilettantistica, non professionisti degli eventi. Ma nonostante questo vogliamo essere all’altezza delle aspettative dei partecipanti».

C’è da accogliere i partecipanti che parlano sì l’inglese, ma anche altre lingue di paesi lontani. C’è da segnare il territorio con indicazioni precise sul percorso che gli sportivi devono seguire durante il “trail“.

È questione di passione. E i “like“ arrivano, sulla pagina facebook. Ma non è cosa da poco: «Alla fine ci troviamo a gestire, fra sportivi, accompagnatori, parenti e amatori di questo sport, oltre a mille persone».

E l’Alto Varesotto, per un weekend si trasforma davvero in una babele di turisti che un po’ ricordano l’atmosfera del mercoledì al mercato di Luino. Tanti hanno prenotato da un anno con l’altro un po’ come si fa con i traghetti per la Sardegna: costa meno se ci si iscrive a novembre (23 euro contro i 40 dei “ritardatari“ si aprile) e si trova un’ampia scelta fra appartamenti, case “AirB&B“ o stanze d’albergo.

Ma le persone che arrivano sono tante. Così le palestre delle scuole di Maccagno si trasformano in un ostello, e il grande spazio utilizzato per basket e calcetto diventerà sabato notte una grande camerata per chiudere gli occhi per qualche ora in attesa dell’alba, prima di con una colazione leggera, il riscaldamento e poi via, fin in Svizzera, di corsa su e giù per le montagne.

La gara è di fatti internazionale non solo per la provenienza dei concorrenti, ma anche perché parte del tragitto sconfina con la vicina Confederazione.

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E qui entra in gioco la collaborazione dei volontari d’oltre confine, quelli dello “Scenic Trail di Tesserete“, che presidieranno i punti nei passaggi più elevati. Tantissimi i volontari: sono quasi 200 e divisi fra molte realtà, tra le quali figurano le protezioni civili di Maccagno con Pino e Veddasca, Tronzano e Valdumentina; Pro loco Maccagno, Circolo Acli di Garabiolo, Polisportiva Valdumentina, Cai Luino, Cai Gallarate, Associazione nazionale carabinieri di Luino e di Lavena Ponte Tresa, il nucleo protezione civile carabinieri in congedo della provincia di Varese.

Insomma, uno sforzo notevole, frutto di una solidarietà a chilometri zero.

Ma come ci si sente da punto di vista emotivo in questi giorni? «In qualità di organizzatori non possiamo farci sovrastare dalla tensione. Dobbiamo essere…semplicemente concentrati – conclude Rino. Bisogna che non sfugga nemmeno il più piccolo dettagli. Tra di noi ci troviamo per vedere se tutto fila liscio per arrivare a un obiettivo, che è sempre lo stesso: offrire il massimo a chi viene fin qui da noi per correre».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Maggio 2019
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