Boom di visitatori per la casa di Lucio Fontana a porte aperte

I visitatori hanno invaso la casa del celebre artista, aperta straordinariamente al pubblico in occasione della presentazione ufficiale dell’associazione “Il borgo di Lucio Fontana”

casa di lucio fontana

Moltissimi curiosi, comabbiesi e non, hanno visitato sabato 13 luglio le stanze di casa Fontana, il luogo dove l’artista trascorreva i momenti di tranquillità e dove visse nell’ultimo periodo della sua vita a Comabbio.

I visitatori hanno potuto osservare le stanze, gli arredi disegnati direttamente da Lucio Fontana e soprattutto l’atelier dove l’artista produsse alcune delle sue opere più famose. Ad accompagnare le persone alla scoperta della vita di Fontana, sono stati i soci de “Il borgo di Lucio Fontana”.

Gli eredi dell’artista hanno infatti messo a disposizione casa Fontana per i soci de “Il borgo”, che hanno colto l’occasione per organizzare delle visite guidate al suo interno, un concerto jazz nel cortile e presentare i progetti che saranno realizzati in futuro.

«Il nostro tempo – ha raccontato il regista Giulio Campari – ha bisogno di cultura ed emozioni. Con questa associazione vogliamo trasmettere quello che pensiamo con la testa, ma soprattutto quello che proviamo col cuore. Abbiamo molti obiettivi, ma rimaniamo comunque disincantati e sappiamo che si dovrà impiegare impegno e fatica per raggiungerli. Stiamo camminando verso un orizzonte che si sposta sempre un po’ in là. Anche se non dovessimo raggiungerlo, questo orizzonte è comunque quello che ci spinge a camminare in avanti».

“Il borgo di Lucio Fontana” ha già in serbo alcuni eventi per la prossima stagione. Si partirà infatti il 25 luglio con una serata sulla suggestiva scala santa di Comabbio dedicata ad alcune letture. Nelle settimane che seguiranno ci sarà invece una mostra dedicata a Enrico Baj, artista di Corgeno amico di Lucio Fontana, e un’esposizione fotografica.

Durante la serata di sabato è intervenuto anche il critico d’arte Luca Pietro Nicoletti dell’Università di Milano.

«Nel dopoguerra – ha spiegato Nicoletti – non era più possibile raccontare la realtà in maniera tradizionale. Lucio Fontana lo aveva capito e con la violazione della tela ha rivoluzionato il modo di fare arte. La vera rivoluzione di Fontana è stata però il rendersi conto che l’arte non è il singolo oggetto ma l’ambiente. L’arte è lavorare con industria, artigiani e architetti per i luoghi della vita di tutti i giorni».

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Pubblicato il 15 Luglio 2019
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