Ospedale e territorio insieme nella cura di mamme e neonati
Ha preso servizio come primario della ginecologia e ostetricia il dottor Ubaldo Seghezzi. Il suo obiettivo è quello di rimettere il reparto al centro della comunità
Costruire una rete con gli altri reparti ma anche con i diversi presidi ospedalieri e il territorio. È questo l’obiettivo assegnato a Ubaldo Seghezzi nuovo primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Saronno.
Arrivato all’Asst Valle Olona il primo novembre scorso, il dottor Seghezzi ha lavorato a lungo all’ospedale Sant’Anna di Como specializzandosi in chirurgia endoscopica ginecologica.
Da poco a capo della struttura complessa, ha già iniziato a collaborare con la dottoressa Cherubini che è a capo di tutto il Dipartimento materno infantile: « Si è instaurata una bella armonia e c’è condivisione d’intenti – commenta la responsabile della pediatria di Busto Arsizio – ci stiamo confrontando su alcuni nuovi progetti».
Tra questi, il direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido ricorda quello delle ostetriche a domicilio: « Stiamo studiando un servizio molto utile per le future madri – commenta – inoltre la condivisione di progetti porterà tutti gli specialisti e lavorare insieme condividendo pratiche e protocolli».
Condivisioni di pratiche e percorsi si stanno attivando anche sulla gestione del neonato fisiologico: sotto la direzione della dottoressa Cherubini si delinea un’omogeneità di trattamento in tutta l’Asst.
L’attenzione verrà puntata anche sul territorio, quella ricca varietà di attori che si muovono con servizi apparentemente concorrenti ma che, invece, il nuovo primario, assistito dalla direzione strategica, vuole “farsi amici” attivando un dialogo costante, aprendosi a tutti i servizi, pubblici e privati, nella costruzione di un percorso integrato: « Quello del territorio è un argomento molto importante – ha ricordato il direttore socio sanitario Marino Dell’Acqua – con le carenze di personale che sappiamo, poter allargare la rete è fondamentale. Non è più il tempo delle contrapposizioni e delle gare, tutti devono remare nella stessa direzione».
Il lavoro che attende il dottor Seghezzi prevede profonde innovazioni per un reparto che ha perso un po’ di smalto negli ultimi anni e, soprattutto, nuovi nati, avvicinandosi in modo preoccupante alla soglia sotto alla quale non è ammesso tenere aperto il punto nascita. Ripartire dal territorio e dai suoi cittadini vuol dire proprio riconquistare il “pubblico” naturale, soprattutto le future madri.
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