Benvenuto Falaropo dal becco largo

Fra gli obiettivi della giunta Fazio anche la conservazione di un’area di grande interesse naturalistico alla foce del fiume Tresa. Dove si avvistano viaggiatori inaspettati

La foce del Tresa e i suoi abitanti

Si dice che quello immortalato sulla grande distesa di sabbia alla foce del Tresa nel punto in cui fiume e lago formano un tutt’uno sia il quarantunesimo avvistamento, fotografato solo qualche tempo fa, del Falaropo dal becco largo, raro quanto prezioso migratore per la biodiversità che ha scelto il Luinese come tappa verso il suo lungo spostamento dall’Africa al Nord America.

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Proprio così, fra gli scarsi ombrelloni di qualche bagnante in una giornata a metà fra l’afoso e il temporalesco c’è tempo anche per il Falaropo, passato di qui qualche mese fa e immortalato da Fabio Saporetti del Gruppi Insubrico di Ornitologia, che studia e osserva il comportamento die migratori che passano anche da quest’area di grande interesse. Guà oggi sono stati posti dei cartelli per indicare il possibile passaggio, sulle secche della foce, dei grandi ungulati che si abbeverano o magari scelgono l’acqua bassa quale scorciatoia per sconfinare a Luino.

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Ma a breve arriveranno anche altri cartelli per spiegare il significato die questa zona protetta, le specie che la abitano e vi sostano, i pesci e i motivi di tutta quella sabbia, un tempo inesistente poiché dragata, oggi – dicono dall’amministrazione comunale diodo aver ascoltatoilparede dei tecnici – porzione di terra del tutto innocua anche in caso di piane del fiume (la cui portata,è bene ricordarlo, è regolata dall’invaso artificiale di Creva).

Dal Comune fanno inoltre sapere che è in corso un avvio di contatti con tutti gli organi interessati per la sistemazione della Foce del Tresa, con obiettivo di un intervento poco invasivo che favorisca lo scarico del fiume a lago suddiviso in due rami: uno a nord già esistente verso Luino e uno a sud da ricreare verso il nostro Boschetto, con il ripristino dell’isolotto centrale, sempre esistito, che costituirebbe zona non accessibile alle persone e quindi tranquillo punto di sosta dei migratori sull’importante rotta del Lago Maggiore.

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Pubblicato il 06 Agosto 2019
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