Gli australiani di “Centrum Stadia”: dal progetto di Brescia all’interesse per Varese
Il grande progetto per il "Rigamonti" sembra tramontato per il disinteresse della locale squadra di calcio. A Varese servirà un disegno più ridotto. Galimberti è cauto ma spiega: «Il nostro contesto rimane attrattivo»

C’è davvero la possibilità che l’Australia possa ricoprire un ruolo determinante nella ricostruzione dello stadio di Varese?
La cautela è d’obbligo, ed è il primo comandamento che si recita a Palazzo Estense in casi come questi, tanto da parte del sindaco Galimberti tanto da quella dei suoi collaboratori. Però l’interesse avanzato dal gruppo Centrum Stadia sull’area dell’attuale “Franco Ossola” non può essere derubricato come boutade estiva: la compagine australiana è un soggetto che si è già fatto conoscere nell’ultimo anno, per via del progetto portato avanti per il rifacimento dello stadio “Rigamonti” di Brescia e alle sue spalle ha come garante anche la diplomazia, visto che a Varese è arrivato anche l’ambasciatore in Italia – qualche settimana fa – per sondare il terreno di un possibile investimento.
A Brescia, il progetto (foto in alto) non è per il momento andato avanti e potrebbe tramontare, ma il motivo c’è ed è piuttosto lampante: «L’ipotesi di un nuovo stadio sempre nel quartiere di Mompiano (dove sorge il “Rigamonti” ndr) è ancora in piedi ma si è molto raffreddata» spiega Davide Bacca, giornalista che ha seguito la vicenda per il Giornale di Brescia. «Per un progetto simile era necessario il coinvolgimento del Brescia Calcio, che invece non è mai entrato in buoni rapporti con i rappresentanti di Centrum Stadia. Massimo Cellino (il proprietario del Brescia ndr) ha sempre puntato su un restyling dello stadio attuale, così da poter disputare la ritrovata Serie A, appena ritrovata, a Mompiano».
Ma su quali basi, a Brescia, si è parlato a lungo del progetto di Centrum Stadia? «Anche sulla nostra città si era spesa l’ambasciata australiana, e questa è stata una delle garanzie di cui si era parlato per la serietà dell’operazione. A quanto si è detto, alle spalle ci sarebbero un paio di fondi pensionistici australiani ma anche un supporto da parte di Live Nation, il promoter internazionale di concerti e spettacoli. L’idea era proprio di dare a Brescia, una città baricentrica rispetto al nord Italia e non lontana da Milano, un’arena dove svolgere parecchi concerti ogni anno, una attività centrale dal punto di vista degli introiti. Quando però è mancato l’interesse da parte del club calcistico, si è iniziato a parlare di un disimpegno a favore di un’altra città: a questo punto, potrebbe essere proprio Varese».
Diciamo subito che il progetto bresciano, così come era stato presentato in Camera di Commercio, non è ugualmente replicabile a Masnago: un’arena da 25mila posti, arricchito con un hotel da 250 camere, un teatro e una serie di altri spazi quali palestre, ristoranti e spazi commerciali. Un’idea con un impatto notevole sull’intero quartiere di Mompiano che comunque, rispetto all’area che ospita il “Franco Ossola”, ha sicuramente maggiori spazi circostanti e addirittura una fermata della metropolitana cittadina a dare manforte alla circolazione stradale.
Nel caso quindi Centrum Stadia dovesse approfondire la possibilità di Varese, dovrà ripartire da un progetto differente almeno nelle dimensioni e nei volumi. Di questo, per il momento, a Palazzo Estense non si è ancora parlato. «È interessante che un gruppo estero supportato dalla propria diplomazia guardi a questa parte della Lombardia anche sotto il profilo degli impianti sportivi» spiega a VareseNews il sindaco, Davide Galimberti. «Da parte nostra è necessario essere cauti e valutare con attenzione tutti gli sviluppi che potranno esserci; di certo il contesto in cui ci troviamo – vicini a Malpensa, tra Milano e la Svizzera, con un tessuto economico industriale tuttora vivace – si sta rivelando attrattivo per questo tipo di operazioni. Gli australiani, inoltre, conoscono e apprezzano il Varesotto grazie all’hub di Gavirate che utilizzano da anni, e anche questo può essere un ulteriore punto di contatto. Ma, come detto, attendiamo eventuali sviluppi e non bruciamo le tappe».
Stadio e Varesello, gli australiani bussano a Palazzo Estense
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