Rai5 racconta il mistero della “Gioconda Svizzera”
Il dipinto, che rientra attualmente tra le opere di una collezione privata svizzera, è stato sottoposto a indagini scientifiche e comparative e ha alimentato un acceso dibattito circa l'attribuzione a Leonardo Da Vinci

È rimasta chiusa per circa quarant’anni nella cassaforte di una banca svizzera. La “seconda Gioconda”, ribattezzata la Monna Lisa di Isleworth, dal nome della cittadina inglese dove fu custodita circa un secolo fa, è un’opera d’arte importante, tutt’oggi oggetto di analisi da parte di esperti e studiosi di Leonardo Da Vinci.
Il dipinto, che rientra attualmente tra le opere di una collezione privata svizzera, è stato sottoposto a indagini scientifiche e comparative e ha alimentato un acceso dibattito circa l’attribuzione al maestro del Rinascimento. Secondo diversi studi in materia, non soltanto l’autore dell’opera sarebbe proprio Leonardo ma la donna ritratta sarebbe la stessa Gioconda, Monna Lisa in un momento della vita precedente alla versione del Louvre.
Ne avevamo raccontato la scoperta in un articolo di VareseNews del 2013:
Il mistero della seconda Gioconda: “È Monna Lisa con dieci anni di meno”
Al ritratto di Monna Lisa, la Gioconda e all’affascinante mistero che accompagna la versione svizzera, è dedicato il documentario di Rai5, “Leonardo, l’ossessione di un sorriso”, in onda giovedì 26 settembre alle 19.30. Di seguito la presentazione:
Nell’anno 1503, Leonardo accetta di dipingere il ritratto della moglie di un mercante. Quando l’artista incontra Madonna Lisa ne ha un’impressione così forte che dipinge non una, ma due versioni del suo ritratto. La seconda versione, a tutt’oggi oggetto di studio, verrà scoperta solo nel 2012, in un caveau svizzero. Così comincia, tra ricostruzioni e ipotesi scientifiche, la storia raccontata da “Leonardo, l’ossessione di un sorriso”.
La pagina di VareseNews dedicata ai 500 anni dalla nascita di Leonardo Da Vinci
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