Il ritorno al futuro dei metalmeccanici. Re David: “Chiediamo il ripristino di diritti fondamentali”
La segretaria nazionale della Fiom è intervenuta al convegno della Fiom Cgil a Villa Cagnola sull'Autunno caldo

«Come avvenne nel 1969, con la nuova piattaforma contrattuale rivendichiamo anche diritti fondamentali. Il diritto di assemblea, alla mensa e la formazione come diritto soggettivo». Secondo Francesca Re David, segretaria della Fiom Cgil, intervenuta all’incontro”Dal contratto del 1969 al contratto del 2019” tenutosi a Villa Cagnola per i 50 anni dello Statuto dei lavoratori, il contesto attuale ripropone alcune sperequazioni economiche, politiche e sociali che furono al centro della contrattazione di allora e dello scontro con Confindustria.
Lei ha parlato di riconquista di alcuni diritti fondamentali, è questa la priorità nella contrattazione attuale dei metalmeccanici?
«Siamo in una fase in cui le ingiustizie sociali sono cresciute enormemente. C’è un impoverimento generale e una divaricazione profondissima tra ricchi e poveri. Le imprese hanno frammentato l’organizzazione del lavoro, un processo che risale a molti anni fa. Oggi quei diritti fondamentali devono essere riarticolati all’interno delle singole imprese, dove il lavoro è stato frantumato volutamente a colpi di appalti e subappalti, e all’interno di un contesto totalmente mutato. L’esempio di Fincantieri calza a pennello: per fare una nave non ci vogliono certo otto contratti diversi».
C’è però anche una partita che riguarda l’innovazione: se non contratti l’algoritmo sei destinato a subirlo.
«Le nuove tecnologie, in particolare l’utilizzo dell’algoritmo, sono ormai dappertutto. E siccome la tecnologia non è neutra, tutte le informazioni che il lavoratore cede e fornisce al datore di lavoro sono una forma di controllo tutta a vantaggio delle imprese e della produttività. È chiaro che vanno contrattate e per farlo ci vogliono forza e intelligenza, occorre una nuova forma di alfabetizzazione come si fece negli anni Settanta con le 150 ore. La nuova piattaforma contrattuale punta a recuperare il controllo del lavoro».
Il contratto collettivo dei metalmeccanici ha avuto sempre una valenza politica, è considerato l’apripista per tutti gli altri. È ancora così?
«Sì, lo è tuttora perché in quel contratto il conflitto tra capitale e lavoro non è stato mai negato. La contrattazione sindacale media tra gli opposti interessi. È quando non si fa, che il risultato evidente è l’allargamento della forbice. L’ultimo governo che intervenne fu quello del 1999 quando ministro del Lavoro era Antonio Bassolino. Il non intervento è sempre stata una scelta di parte».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Giuseppe Mantica su Un futuro nella musica per il cardiologo dell’ospedale di Gallarate Giovanni Gaudio in pensione a fine anno
Bustocco-71 su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
PaoloFilterfree su Dall’abbandono alla rinascita: la lunga marcia dell’ex Aermacchi
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.