Dai giovani riparte la sfida all’accoglienza e alla solidarietà

La Rete civica composta da 23 amministrazioni, Varese società civile e alcuni parroci della provincia propongono alle scuole e agli oratori percorsi di formazione sulle migrazioni, sull'ambiente e sulle persone con storie biografiche esemplari sui temi dei diritti civili

Luino: una serata di incontro con i migranti

Non poteva che venire dai sindaci una proposta per l’accoglienza e la lotta alla povertà in provincia di Varese. Un progetto culturale che nel corso dei mesi ha aggregato ben 17 amministrazioni come maggioranza (Varese, Comerio, Besozzo, Daverio, Castellanza, Bardello, Malnate, Caronno Pertusella, Buguggiate, Gorla Minore, Somma Lombardo, Venegono Inferiore, Laveno Mombello, Lozza, Orino, Galliate Lombardo e Besnate) e 6 come minoranza (Gavirate, Cocquio Trevisago, Saronno, Morazzone, Castronno, Tradate). Il progetto è stato poi  allargata anche ad alcuni parroci e all’associazione Varese società civile.

 

La Rete civica degli amministratori per l’accoglienza e la lotta alla povertà della provincia di Varese nel lavoro compiuto sul territorio in questi anni ha avuto come obiettivo principale, oltre che la condivisione di buone pratiche per la gestione dell’accoglienza, quello di organizzare numerosi incontri allo scopo di sensibilizzare e informare in modo corretto le persone, troppo spesso sottoposte ad un “bombardamento mediatico” intenso che ha creato paure immotivate e irrazionali.

La proposta che si è venuta a creare in questi mesi, è basata quindi sulla sfida della cultura e della conoscenza, intese come strumenti operativi attraverso le quali si vuole proporre percorsi di informazione e consapevolezza. Pertanto, in questi ultimi mesi, per potenziare ulteriormente questo percorso, la Rete civica ha avviato una serie di collaborazioni finalizzate ad investire sempre più nella formazione delle giovani generazioni, nell’ambito dell’accoglienza e dell’integrazione. L’intento è quello di acquisire esperienza e conoscenza, e soprattutto approfondire i problemi attuali analizzandoli con l’aiuto di dati obiettivi e disponibili, quali la letteratura specialistica e la documentazione delle organizzazioni internazionali per tracciare una serie di percorsi di conoscenza e approfondimento e proponendo modelli di gestione efficaci.

Le scuole, gli oratori e i teatri saranno i luoghi in cui verranno portati i diversi progetti predisposti dalla Rete civica. In particolare, a breve verranno avviati due percorsi. Il primo, in collaborazione con Varese società civile, associazione che ha organizzato sul nostro territorio gruppi di studio (attivi attualmente) e serate di incontro e approfondimento, prendendo posizione in qualità di singoli cittadini in merito a questioni sociali di interesse comune, che toccano il delicato tessuto della società civile, troppo spesso appiattito e mortificato. Questo percorso, chiamato “Le vite degli altri – Riconoscersi” è rivolto ai ragazzi delle scuole superiori. «Riconoscere l’altro – spiegano  i responsabili del progetto – è un atto fondamentale per una società sana e in trasformazione. Ma per riconoscere gli altri bisogna prima riconoscere se stessi e soprattutto conoscere approfonditamente storie e vicende. Da qui nasce l’idea di proporre nelle scuole i tre percorsi».

Il primo, chiamato Storie, consiste in un’analisi delle recenti migrazioni dal continente africano (e non solo) a partire dalle cause. Il percorso prosegue con l’analisi delle modalità con cui queste migrazioni avvengono e si chiude con il tentativo di inserimento in una società molto diversa da quella di origine. Società che spesso, a causa di politiche nazionali e comunitarie di “sicurezza”, non riesce a offrire accoglienza.

Il secondo,  Terre, si propone di approfondire le tematiche relative all’ambiente. L’accelerazione del mutamento a cui stiamo assistendo apre un ampio ventaglio tematico, i cui aspetti noti (come per esempio le cosiddette isole di plastica) e meno noti (come la pratica dell’impollinazione manuale degli alberi in conseguenza della scomparsa delle api) meritano di essere approfonditi pur senza la pretesa di esaustività, di fronte a un orizzonte tanto ampio. Parlare di “terre” significa anche parlare di persone: attivisti, scrittori, leader indigeni hanno attirato l’attenzione su aspetti specifici delle politiche ambientali. «Lo scopo di questi interventi – sottolineano i i responsabili del progetto – è anche quello di offrire uno spunto per costruire un’autocoscienza, passando da una
utilizzazione passiva delle risorse ambientali ad uno sfruttamento consapevole».

Il terzo, chiamato Persone, individuerà figure con vicende biografiche esemplari che hanno combattuto battaglie – nell’ambito dei diritti umani, civili, di genere, di classe – diventate emblematiche seppure ancora poco note.

La prima edizione del progetto “Percorsi” Storie si è tenuta per le classi 5A e 5B il 12 ed il 14 novembre presso l’ITS città di Luino. Il secondo progetto, nato in collaborazione con un gruppo di giovani, tra amministratori, ragazzi attivi in politica e nella mediazione culturale e sacerdoti impegnati negli oratori, coinvolge proprio gli oratori, quali luoghi di crescita e di formazione. A partire infatti da esperienze positive di integrazione nate in alcune parrocchie della zona di Varese nell’ambito dell’accoglienza, verranno proposti una serie di itinerari formativi finalizzati a far conoscere l’importanza dell’integrazione ai più piccoli delle nostre Comunità. Sono state quindi elaborate attività di gioco come la “merenda dei popoli” con lo scopo di far sperimentare in modo pratico, ma anche ludico, cosa vuol dire vivere in altre parti del mondo e cosa spinge le persone a mettersi in cammino. Nel progetto sono inserite poi laboratori, condividendo ciò che i ragazzi migranti fanno in varie realtà. Queste attività, fatte insieme ai ragazzi accolti, portano infatti ad uno scambio interpersonale e non formale molto arricchente per i bambini. È importante il lavoro insieme perché frequentandosi si vincono i pregiudizi verso “il diverso” e l’amicizia vince qualsiasi paura.

Un altro percorso che viene proposto è quello di ospitare in oratorio uno o più ragazzi minori non accompagnati o giovani ragazzi migranti. Questa ospitalità può portare un beneficio a un doppio livello: l’oratorio che accoglie porta i ragazzi a misurarsi con l’esperienza di vita di chi viene da altri paesi e ha vissuto sulla sua pelle storie diverse; dall’altra il ragazzo accolto ha la possibilità di creare dei legami nel territorio in cui viene accolto. Infine, un’ulteriore proposta, inserita nel progetto, è quella di laboratori interculturali negli spazi di doposcuola.
«La nostra speranza – concludono i responsabili del progetto – è che nelle prossime settimane, sia scuole sia oratori, aderiscano a questo grande percorso di formazione, nella convinzione che è proprio dalle giovani generazioni che parte la sfida per un mondo aperto e solidale.

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Pubblicato il 21 Novembre 2019
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