Giornata mondiale della prematurità: la storia di Matteo che ce l’ha fatta
Nel libro "Il Nido di Vetro" di Giuliana Arena racconta la storia di suo figlio, nato prematuro, che ha lottato come un leone per sopravvivere

Oggi è la Giornata mondiale della prematurità, ovvero di quei bambini che nascono prima del termine e sono costretti dalle prime ore di vita a combattere per sopravvivere. Sono bimbi fragili ma, allo stesso tempo, sono dei grandi “guerrieri” come sottolinea la Società Italiana di Neonatologia (SIN). Per le famiglie è un percorso lungo e difficile che la scrittrice varesina Giuliana Arena, ha saputo raccontare nel libro “Il nido di vetro” (edizioni San Paolo) dove ripercorre la sua storia personale. Il libro sta avendo grande successo non solo tra chi ha purtroppo condiviso lo stesso dramma ma anche tra il pubblico comune che ritrova nel testo una grande storia d’amore.
Il suo bambino Matteo nasce prematuro e pesa solo 830 grammi ma fin da subito lotta come un leone per sopravvivere.
Dopo alcuni anni quella esperienza, Giuliana decide di raccontare il lungo e difficile percorso affrontato, incoraggiata anche dalle migliaia di lettrici che si erano ritrovate nei post sull’argomento usciti sul blog.
L’intento non è quello di descrivere la prematurità in sé o di indugiare nell’autocompiacimento, ma, piuttosto, quello di mettere a fuoco il vissuto di una madre che si trova, inaspettatamente, in un mondo del quale neanche sospettava l’esistenza, a lottare con il suo bambino per la sopravvivenza e per una vita dignitosa.
Le emozioni contrastanti, la solidarietà con le altre mamme, la strana normalità che si crea in un luogo di regole diverse e lontane da quelle a cui siamo abituati, gli alti e bassi, la gioia per progressi minimi, che assumono lì dentro un valore immenso; la relazione complessa con la vita fuori, con l’altro figlio, con il compagno; il rapporto con i medici e gli infermieri, particolare e denso di umanità. Tante storie di disperazione, ma soprattutto di speranza, si sono intrecciate a quella dell’autrice e qui sono raccontate, seppure con qualche modifica nei nomi e nelle circostanze esatte, senza che perdano la loro essenza e soprattutto il significato che, in quella particolari situazione, hanno assunto ai suoi occhi.
Il racconto si chiude con la fine di quel percorso, che ha portato il piccolo Matteo a casa, con la sua famiglia. Lasciando nell’autrice la consapevolezza di aver compiuto un viaggio straordinario.
Il 7% del totale dei nati in Italia, circa 32.000 all’anno, sono pretermine, cioè vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale (dati Cedap 2016). Questi bambini rappresentano una grande sfida per la neonatologia e per la società, perché la prematurità è una malattia spesso grave e la sopravvivenza è un successo che non si deve dare per scontato. Sono bambini che nascono immaturi nei vari organi (polmoni, cervello, intestino, cuore), tanto più gravi quanto più il parto avviene in anticipo. Sono fragili ma, allo stesso tempo, sono dei grandi “guerrieri”, come sottolinea la Società Italiana di Neonatologia (SIN) in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra il 17 novembre, proprio per sottolineare la necessità di un’assistenza adeguata e il potenziamento dei servizi di follow-up.
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