Hazal Koyuncuer agli adolescenti: “Non vogliamo confini che dividano, rivogliamo solo la nostra identità”
La portavoce della comunità Curda di Milano, è stata protagonista di un interessante incontro con i ragazzi delle classi quarte degli Istituti Tecnici di sala, cucina, trattamenti estetici e parrucchieri

Venerdì 22 novembre, presso l’Agenzia Formativa di Via Monte Generoso, in collaborazione con l’Enaip e l’Agenzia Formativa di Varese, Hazal Koyuncuer, rappresentante e portavoce della comunità Curda di Milano, è stata protagonista di un
interessante incontro con i ragazzi delle classi quarte degli Istituti Tecnici di sala, cucina,
trattamenti estetici e parrucchieri.
Per introdurre il tema trattato durante l’incontro, Hazal ha deciso di mostrare un video nel quale viene descritta, con immagini documentate, la situazione d’assedio che ha dovuto sopportare la città siriana di Kobane, tutt’ora attaccata dal governo turco.
I Curdi – spiega Hazal – sono un popolo senza patria, vivono tra l’Iran, Iraq, Turchia, Armenia e la Siria. Non sono legati tra di loro né dalla lingua, né dalla cultura, e tanto meno dalla fede: i problemi maggiori sono sorti dopo gli accordi di Losanna, quando
furono ridisegnati i confini del Medioriente decisi solo da uno scopo puramente economico, facendo nascere così le politiche di assimilazione: indurre un soggetto a rinnegare la propria origine, negare, come in questo caso, un’identità culturale.
Hazal ha anche spiegato il modello organizzativo in Rojava, regione del Kurdistan, che si basa sui tre pilastri fondamentali del confederalismo democratico: democrazia dal basso, femminismo ed ecologia.
Il sogno di Hazal, come quello di tanti, è quello di trovare un luogo dove l’individuo sia libero di professare il proprio credo e la propria cultura, senza battaglie di supremazia.
I ragazzi hanno posto parecchie domande: Hazal ha voluto sottolineare che i civili sotto attacco quotidianamente sono tanti, come tanti sono coloro che sono tuttora costretti a scappare, ad abbandonare la propria casa, a separarsi dai propri cari, dalle proprie
famiglie.
Ha anche invitato i ragazzi a documentarsi, a interessarsi, ad avere il coraggio di conoscere dinamiche così dolorose che si vivono nel 2020: quello di oggi è stato un incontro che denuncia un silenzio totale da parte del mondo, un silenzio che sta diventando sempre più rumoroso! La denuncia di Hazal e del popolo Curdo è la denuncia di un sopruso verso un popolo, sopruso voluto da motivi strettamente economici.
La sua testimonianza è servita per spiegare meglio la situazione odierna nel nord-est della Siria, per capire che tipo di progetto politico è in atto in fase di guerra: ai ragazzi è stato offerto un quadro più ampio rispetto a quello limitato di cui a volte, sono soggetti.
Avvenimenti come questi danno ai ragazzi la possibilità di comprendere meglio il mondo che li circonda, il bisogno di informarsi per essere capaci di prendere una posizione nei confronti di quello che troppo spesso ci sembra lontano, ma che in realtà riguarda ognuno di noi.
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