La pioggia non ferma il ricordo dei caduti
Nonostante il maltempo i cittadini hanno commemorato i caduti della Prima guerra mondiale e celebrato le forze armate

Neppure la pioggia ha fermato le celebrazioni del 4 novembre. I rappresentanti di Polizia, Carabinieri, Alpini, Protezione civile e Sos dei laghi si sono riuniti a Travedona Monate la mattina di domenica 3 novembre per ricordare i soldati caduti nella Prima guerra mondiale e celebrare la giornata delle forze armate. La manifestazione è iniziata alle 10.00 presso il monumento ai caduti. Accompagnato dalla pioggia, il corteo si è quindi spostato verso la chiesa, per poi recarsi alla sala consigliare del municipio. Qui si è esibita la giovanissima orchestra dell’Accademia musicale sant’Agostino.
«In questa giornata – hanno fatto sapere i membri dell’Associazione nazionale alpini (Ana) – ricordiamo la fine della Prima guerra mondiale e tutti coloro che sono stati vittime dei combattimenti. Ricordiamo anche che con la Prima guerra mondiale si concludeva il processo di unificazione del nostro paese. Infine, il 4 novembre celebriamo le nostre forze dell’ordine, che ci permettono di vivere in sicurezza. Proprio per questo motivo come Ana ci battiamo per far sì che questa data ritorni a essere festa nazionale».
Alle celebrazioni hanno partecipato anche i ragazzi dell’Istituto comprensivo G. Leva di Travedona Monate. «Tutti gli eventi storici – ha commentato Ilva Maria Cocchetti, dirigente scolastico dell’Istituto G. Leva – devono avere un significato. Dare senso a un fatto avvenuto nel passato vuol dire riportare alla memoria quello che è successo, e cercare di immedesimarsi, per quanto difficile possa essere, nelle persone che hanno vissuto quella realtà».
«Alcune correnti di pensiero – ha detto il sindaco di Travedona Monate Laura Bussolotti – non riconoscono il valore simbolico del 4 novembre. È vero che la Prima guerra mondiale è stata una strage, un massacro terribile tra combattimenti, malattie e fucilazioni. È però a partire dalla fine di questo conflitto che in Italia si è iniziato a emanare misure volte a migliorare le condizioni di vita dei ceti più disagiati».
«In questi anni – ha poi aggiunto Bussolotti – dimentichiamo spesso il senso di appartenenza alla nazione. Ce ne ricordiamo solamente in alcune occasioni come le feste nazionali. Ogni volta però che alziamo lo sguardo al cielo e vediamo le frecce tricolori, ecco allora che riscopriamo l’orgoglio di essere italiani: lo stesso orgoglio che proviamo di fronte al successo del “made in italy” e delle nostre eccellenze nel mondo».
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