Passione per le stelle e amore per l’ambiente: ecco chi era Salvatore Furia

Il fondatore dell’osservatorio del Campo Dei Fiori e della Società astronomica Schiaparelli è stato al centro del convegno organizzato dall’Università degli studi dell’Insubria

convegno insubria

Un uomo dal carattere forte, a volte difficile, ma capace di trasmettere ai giovani il fascino della scienza e la volontà di superare i propri limiti. Così quelli che un tempo erano suoi allievi ricordano Salvatore Furia: il fondatore dell’osservatorio del Campo Dei Fiori e della Società astronomica G. V. Schiaparelli.

Grande appassionato di astronomia, Salvatore Furia si è trasferito da Catania a Varese nel 1940 e ha dedicato gran parte della sua vita allo studio, alla divulgazione e anche alle prime battaglie ambientaliste per il recupero del Lago di Varese. L’Università dell’Insubria ha voluto ricordare Salvatore Furia con un convegno mercoledì 20 novembre 2019.

L’incontro realizzato dal “Centro di ricerca in mass media e società: storia e critica dell’opinione pubblica” e dalla Società astronomica Schiaparelli è stato un momento per far luce su un passato della storia di Varese nell’ambito del “Premio ecologia città di Varese Salvatore Furia” promosso dall’amministrazione comunale. L’idea di premiare qualcuno in nome dell’ambiente è venuta in mente proprio a Furia nel 1973. Una scelta all’epoca visionaria e secondo alcuni assurda, ma che a distanza di quasi 50 anni si è dimostrata attuale come non mai.

«Quando scrivo le storie degli imprenditori – ha fatto sapere Gianni Spartà, storico e scrittore che ha ispirato la miniserie Rai “Mister Ignis” – mi sento onorato, quando ho scritto la storia di Salvatore Furia mi sono sentito per la prima volta emozionato. In un luogo dove si viveva di industria, Furia ha avuto il coraggio di costruire un osservatorio astronomico a Varese e investire sulla cultura, quando tutti pensavano ad altro».

È difficile trovare nella storia di Varese una realtà di studio e di ricerca simile a quella dell’osservatorio del Campo Dei Fiori. Partito grazie alle donazioni di alcuni investitori privati, il cantiere dell’osservatorio ha visto Salvatore Furia impegnarsi in prima persona nei lavori necessari, assieme ai ragazzi che fin da Milano “salivano” al Campo Dei Fiori per dare una mano nella costruzione e studiare le stelle.

«I lavori all’osservatorio – ha raccontato Luca Molinari, docente di fisica teorica all’Università di Milano – sono iniziati nel 1956, e io ci sono arrivato all’età di 16 anni. Buona parte del tempo la passavamo impegnati in lavori manuali anche pesanti, ma avevamo a disposizione strumenti di osservazione avanzati, che permettevano di svolgere ricerche di alto livello. Furia era il nostro maestro, ma ognuno di noi metteva a disposizione la propria esperienza a disposizione di tutti gli altri».

Il sogno di Salvatore Furia era quello di realizzare a Varese una cittadella delle scienze a disposizione delle persone e permettere alle persone comuni di entrare in contatto con il mondo accademico e della ricerca.

«Furia – ha detto Vanni Belli, presidente della Società astronomica Schiaparelli –, senza nessuna laurea, voleva avvicinare attraverso l’osservatorio le persone alla scienza e alla ricerca. Voleva aprire le porte dell’università alla gente comune, e per questo motivo molti accademici lo vedevano con sospetto. Sono felice che sia stata proprio l’Università dell’Insubria a organizzare questo convegno in sua memoria».

Le stelle non erano l’unico interesse di Salvatore Furia. Importante è stato anche il suo interesse per l’ambiente. Già verso la fine degli anni ’50, Salvatore Furia vedeva l’inquinamento come una minaccia per tutti e intorno all’inizio degli anni ’70 ha iniziato un’opera di sensibilizzazione sullo stato delle acque del Lago di Varese. Per la prima volta i varesini si accorgevano che il loro specchio d’acqua era in agonia. Furia ha seguito a lungo la situazione del lago, da una parte attraverso la collaborazione di accademici e scienziati e dall’altra con iniziative di divulgazione e sensibilizzazione a volte anche piuttosto radicali.

È celebre la decisione presa da Furia nel 1977 (quando nel Lago di Varese si era manifestata una fioritura di alghe eccezionale, che causava odori sgradevoli e la morte di molti pesci) di trasportare l’acqua del lago in centro a Varese e versarla nella fontana di Piazza Monte Grappa.

di
Pubblicato il 20 Novembre 2019
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.