Malati cronici: “Regione in ritardo con le risposte”
Il consigliere del PD Astuti chiede che, dal prossimo anno, si aprano i Presidi Socio Sanitari Territoriali attesi da quasi cinque anni
Sono meno del 10% i pazienti cronici lombardi che hanno aderito al modello di “gestione della cronicità” proposto da Regione Lombardia.
A oltre 4 anni dall’approvazione della Riforma della Sanità, che della criticità fece un baluardo, e a quasi due anni dal massiccio reclutamento avviato tra gli oltre 3 milioni di pazienti cronici che vennero contattati direttamente a casa per aderire al nuovo modello di assistenza, sono poco più di 300.000 i “PAI” ( Piano assistenza individuale) sottoscritti.
Critico il consigliere regionale del PD Samuele Astuti: «È proprio il modello ad avere delle falle: i cronici dovrebbero trovare risposte nelle Case della Salute (Presst – Presidi socio sanitari territoriali per cure non urgenti), previste già nella riforma della sanità lombarda (l.r. 23/2015). A quattro anni dalla sua approvazione, però, poco o nulla è stato fatto».
Per il consigliere, che è anche membro della commissione Welfare, l’attuazione parziale di quella riforma è all’origine del flop: « I malati cronici, non trovando risposte sul territorio, si rivolgono agli ospedali, in particolare al Pronto Soccorso. Tuttavia, i grandi ospedali si possono fare carico solo dei pazienti cronici con le patologie più gravi: le risposte per gli altri malati devono arrivare dalla medicina di territorio.
Altre regioni già da tempo hanno capito le nuove esigenze: sono centinaia in Emilia e in Piemonte gli ambulatori aperti tutto il giorno e spesso anche la notte, con medici di famiglia, pediatri, specialisti e infermieri a disposizione. E il risultato è che gli accessi nei Pronto Soccorso di quei territori sono calati fino al 60%».
A distanza di quasi 5 anni, qualcosa finalmente si muove ma, secondo Astuti, è ancora un tentativo parziale e carente: «L’Assessorato alla Sanità ha provato a correre ai ripari con una delibera che dispone la nascita di ambulatori ben identificabili sul territorio per offrire prestazioni sanitarie e sociosanitarie per pazienti non acuti: i Presst. Tuttavia nel provvedimento non sono delineati i requisiti minimi strutturali ed organizzativi delle strutture in oggetto e la delibera di riordino, attesa per la fine del 2019, secondo quanto appreso nell’illustrazione delle Regole di sistema 2020, non verrà emanata prima del prossimo anno».
Per dare vero impulso all’assistenza alla cronicità occorre un’azione precisa: « Chiediamo quindi alla Giunta Fontana di provvedere entro il 2020 ad una diffusione capillare ed omogenea dei Presidi Socio Sanitari Territoriali per garantire ai cittadini i servizi sanitari e socio sanitari più adeguati e più prossimi».
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