E’ un buco o un disavanzo? Il bilancio da ripianare fa discutere la commissione

E' stato l'argomento piu dibattuto, a margine della commissione che presentava il bilancio preventivo 2020. Una questione semantica, ma anche molto politica

commissione bilancio del comune di Varese

L’argomento principale della seduta della commissione bilancio di ieri, 4 dicembre, è diventato ormai quasi tradizione per l’amministrazione Galimberti: la discussione sul bilancio preventivo, che la giunta punta ad approvare, come ormai tre anni a questa parte, prima della fine dell’anno.

Un percorso che, oggettivamente, non è usuale nelle amministrazioni pubbliche: le quali hanno la discutibile abitudine di approvarlo in ritardo, molto spesso nei primi mesi dell’anno seguente. E che l’assessore Buzzetti, ogni anno, tiene ovviamente a sottolineare.

Tale scelta però che non va decisamente giù ai rappresentanti della minoranza, i quali alla terza replica hanno deciso di sbottare: «Trovo un po’ stucchevole continuare a ribadire, ad ogni presentazione del bilancio preventivo, che ora l’amministrazione è virtuosa e prima andava peggio – attacca il consigliere Carlo Piatti – Ma peggio ha fatto il sindaco in consiglio comunale: Galimberti ha detto che abbiamo lasciato un buco di 8 milioni di euro, e continua a ribadire la parola “buco”,  che è una affermazione grave. A questo punto chiedo una spiegazione tecnica su questo buco, in cosa consiste e perchè. E voglio che sia messa a verbale».

Il primo a rispondergli è stato il presidente della commissione Bilancio Luca Conte: «Il “buco” di cui parla il sindaco è il disavanzo – spiega – che il termine “buco” sia poco tecnico, va bene. Che ci sia un disavanzo ereditato che annualmente dev’essere compensato è invece un fatto, e un limite che ci portiamo dietro da anni, per molti anni ancora».

Dopo di lui ha parlato l’assessore Cristina Buzzetti: «Il disavanzo di cui stiamo parlando incide, e viene ricordato, in due momenti particolari. Innanzitutto in sede di costruzione di bilancio preventivo: ogni anno si parte già con 348mila euro in meno, da pagare per ripianare il debito che ci porteremo dietro per trent’anni. Il secondo momento in cui entra in gioco è il rendiconto: complice anche il continuo cambiare delle norme, che stanno diventando sempre piu stringenti, i nostri comportamenti virtuosi sono ignorati: se noi non avessimo il disavanzo, e fossimo in attivo a fine anno di un milione di euro, potremmo utilizzarlo per investire. Ma poichè siamo in uno stato di disavanzo, quel milione non potrebbe che essere messo a bilancio per ripianarlo».

Proprio alla fine di questo primo giro di risposte è arrivata la puntualizzazione di Piatti, che ha invitato a chiarire meglio il concetto: «Un buco è diverso da un disavanzo, è ben piu grave: sembra che ce li siamo messi in tasca. Ci fosse davvero un buco l’avreste già segnalato alla corte dei Conti».

A questo punto la domanda sorge spontanea: cos’è un buco di bilancio? Internet non aiuta, anche perchè non si tratta di un termine tecnico. Nella maggior parte dei casi la parola “buco” viene considerata come sinonimo di deficit, cioè disavanzo, cioè “Eccedenza del passivo sull’attivo riguardo ai beni economici di un ente o di un’impresa o alle operazioni da essi compiute in un dato periodo di tempo”: quindi, si tratterebbe della stessa parola. Ma è anche vero che specie nei giornali la parola “buco” in questi casi ha un’accezione negativa: insomma, si tratta si di deficit, ma detto con molta malizia.

Varrà anche per il dibattito politico in comune di Varese? A mettere maggiore carne sul fuoco, e a spostarlo dalla pura questione semantica, ci ha provato Mattia Colombo, delegato di Gaetano Iannini, che ribadendo il concetto «Dopo tre anni, comincio a stufarmi anch’io di questo continuare a ripetersi», ha chiesto all’assessore: «Ma è vero che il disavanzo si è creato quando alcune poste esigibili sono state dichiarate inesigibili?»

La risposta è stata, da parte dei funzionari dell’assessorato, solo parzialmente positiva: vero è, infatti, che sono cambiate alcune norme, ma «Tale cambiamento è avvenuto almeno due anni prima del cambio di amministrazione, e non ha creato un gap da 8 milioni».

La questione, sia semantica che politica, non si è quindi sciolta, e si ripresenterà probabilmente in consiglio comunale.

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Dicembre 2019
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