Gli schiavi dell’alcol e l’àncora di salvezza per liberarsi dalla dipendenza
Maurizio è ospite in molte scuole, invitato per parlare dell'impulso compulsivo che crea la bottiglia. Una testimonianza cruda che condivide con i giovanissimi: "Lo faccio per aiutare anche me stesso"

« Lo faccio per me. Per aiutarmi».
Maurizio fa parte dell’associazione Alcolisti anonimi. Settimana prossima tornerà a parlare ai ragazzi di una scuola. Agli studenti di seconda dell’istituto Facchinetti di Castellanza. Un incontro voluto dalla dirigente che offre testimonianze dirette ai giovani alunni per metterli in guardia dai rischi dello sballo.
Maurizio accetta sempre di incontrare i ragazzi: « Sono tante, oramai, le scuole che propongono ai propri studenti queste giornate di riflessione. Sono stato al liceo Tosi e anche all’alberghiero Falcone. I ragazzi ascoltano, intervengono, fanno domane. E mi restituiscono, attraverso i giudizi finali, il valore di questi incontri».
Ha conosciuto il problema della dipendenza dall’alcol negli anni ’80. La bottiglia era il suo incubo, il suo impulso compulsivo: « Sono entrato nel gruppo di Alcolisti anonimi il 3 ottobre 1987. Fui invitato da un medico dell’ospedale che, davanti ai problemi del mio fegato, ebbe l’illuminata intuizione di suggerirmi dove cercare aiuto. Mi decisi a fare quel passo perchè non ce la facevo più. Da allora, sono sempre rimasto legato a questi incontri e oggi, che sono in pensione, mi metto in gioco, a disposizione di chi è in cerca di un’àncora».
I gruppi anonimi hanno regole precise: « Non si giudica mai nessuno – chiarisce Maurizio – chi ci è passato, conoscere l’ansia dovuta all’astinenza. Anche quando si è “puliti”, sobri da anni, nella testa rimane quella fiammella, pronta a riaccendersi in un rogo distruttivo. Per questo, chi entra in un gruppo poi non ne esce: dall’unione e dall’ascolto reciproco si trae la forza per non cedere e andare avanti».
La scuola rappresenta un’occasione per sensibilizzare i ragazzi che si avvicinano all’alcol con sempre maggior confidenza: « Sono in aumento soprattutto le ragazze giovani – commenta con amarezza Vittorio – ma ci sono anche storie che questi ragazzi vivono in famiglia. L’incontro serve loro per capire che la situazione che stanno vivendo a casa può essere cambiata e mi chiedono riferimenti. Per questo, agli incontri ci sono sempre anche rappresentanti dell’associazione Al-Anon che rappresenta i famigliari».
In ogni incontro a scuola, gli Alcolisti anonimi distribuiscono un opuscolo con numeri di telefono e qualche indicazione per incoraggiare a fare quel benedetto primo passo: « L’alcol può arrivare a distruggere una persona e a rovinare l’esistenza sua e dei propri cari. Alle nostre riunioni, ci aiutiamo a tenere duro a non mollare: questi incontri sono la medicina della nostra testa, sempre sull’orlo della ricaduta».
Il gruppo degli alcolisti anonimi presenterà la sua attività lunedì 3 febbraio ad Abbiate Guazzone, in piazza Unità d’Italia. Dalle 21, medici del Serd , alcolisti e famigliari parleranno di dipendenza e di una via di uscita.
Il cell 334 1884239 è sempre acceso, per dare una risposta a chi cerca la sua àncora di salvezza.
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