“Per tutto c’è un tempo”. Il prof che ritrova i suoi ex alunni, nei giorni del Coronavirus

Luigi Rutigliani, insegnante da 29 anni, ha voluto aprire una videochat serale sui social per tenere i contatti

gallarate generico

Fa l’insegnante a scuola da 29 anni, ma ha anche un passato da conduttore radiofonico. Luigi Rutigliani ieri sera, giovedì 19 marzo, è tornato davanti a un microfono – e a un computer – per fare una cosa semplice: parlare ai suoi alunni ed ex alunni, provare a parlare con tante persone, molte delle quali stanno vivendo l’isolamento sociale rigoroso.

«Qualcuno mi ha cercato ancora chiedendo se fosse possibile assistere a qualche lezione online chefaccio per i miei attuali studenti e allora mi è venuta l’idea di crearne specificatamente per tutti gli ex allievi che volessero seguirmi» spiega.

Rutigliani è un insegnante di religione, un insegnante po’ sui generis, anche se probabilmente non si riconosce nella definizione: dice sempre che la scuola non è fatta di tecnica, ma di persone, cerca un rapporto diretto con gli studenti, si è infilato di tanto in tanto in qualche polemica aperta con la gestione della scuola.

La prima “lezione” l’ha aperta poco dopo le 21.30, dopo il rosario che Papa Francesco aveva convocato per le 21. È comparso tra dischi degli Who e di Elvis e ha dedicato l’incontro al ricordo di don Ezio Bisello, morto ieri per Coronavirus. «È colui grazie al quale oggi sono insegnante di religione» spiega. A guidare l’incontro, il testo di Qoelet, “l’Ecclesiaste”, uno dei testi della Bibbia che co dolore s’interroga sul mistero del male nel modo e allo stesso tempo è una ode ai «tempi» della vita. “Per tutto v’è il suo tempo, v’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire…”: un celebre brano che ha ispirato e attraversato la storia della letteratura e della musica laica. 

«Più o meno circa cinquecento persone l’hanno seguita. Ex alunni sparsi in varie parti del mondo, da Hong kong alla Australia fino alla NuovaZelanda, Spagna, Inghilterra, Emirati Arabi. Ma ha partecipato anche una mia maestra delle elementari, Vanna, dopo oltre quarant’anni». E anche qualche studente di Luino, dove è iniziata la sua carriera di insegnante, 29 anni fa.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 20 Marzo 2020
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