La Lombardia lavora per soluzioni alternative al carcere
Gli istituti penitenziari lombardi e l’emergenza da Covid-19 nella riunione del Tavolo tecnico: stabilite procedure di coordinamento per alleggerire la “pressione delle presenza non necessarie”

Si è svolta in video collegamento la riunione del Tavolo tecnico regionale sulla situazione carceraria, con la partecipazione dei principali esponenti istituzionali del mondo carcerario tra i quali Garanti dei detenuti, direttori di istituti carcerari, rappresentanti dei Tribunali di sorveglianza, degli enti del Terzo settore e della Curia. Al centro del confronto le problematiche delle carceri in relazione all’emergenza Covid-19 e in particolare la proposta di alleggerire la pressione delle presenze non necessarie nel carcere che, viene detto nella nota conclusiva, “mai come in questo periodo costituisce l’extrema ratio nel sistema dell’esecuzione penale”.
“Come evidenziato in modo anche drammatico dagli eventi recenti –ha commentato il Garante dei detenuti di Regione Lombardia, Carlo Lio,- al mondo carcerario dobbiamo riservare un’attenzione massima. Sono perciò molto soddisfatto di questa nostra tempestiva iniziativa che costituisce la premessa per interventi concreti che sicuramente andranno nella giusta direzione. Oggi sentiamo ancora maggiore la responsabilità di fare cose che servono alla popolazione dei detenuti ma anche alle direzioni delle carceri e a tutta la polizia, non dimenticando quelle aree di sostegno necessarie a dare servizi utili a quella comunità”.
Il Garante Carlo Lio ha voluto anche indirizzare un pensiero di apprezzamento particolare per la grande sensibilità istituzionale e morale dimostrata dalla dottoressa Giovanna Di Rosa, Presidente Tribunale di Sorveglianza di Milano, e dalla dottoressa Monica Lazzaroni, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia.
Nel merito, nel corso della riunione è stato condiviso che il Provveditorato e le Direzioni delle carceri avvieranno una “celere selezione” dei detenuti meritevoli e con posizioni giuridiche che ne consentano l’ammissione alla proposizione di istanze alla Magistratura di Sorveglianza in vista delle misure liberatorie previste.
I singoli istituti penitenziari, gli Uepe (Uffici locali per l’esecuzione penale) e i Serd (Servizi per le dipendenze patologiche) effettueranno i programmi terapeutici ragionati, richiamando le linee guida elaborate di concerto con la magistratura di sorveglianza. Naturalmente le procedure prevedono tutta una serie di verifiche e approfondimenti che interessano anche le sfere della situazione familiare nonché le situazioni sanitarie all’interno dei nuclei familiari.
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