“Question time” e tetto massimo per gli emendamenti: come cambia il regolamento del consiglio comunale
In commissione affari generali si discutono le novità delle nuove norme
Il passaggio definitivo, quello della votazione in consiglio comunale, non è ancora dietro l’angolo, ma la discussione che avrà come risultato un nuovo regolamento del consiglio comunale è già ampiamente avviata.
In particolare, questa discussione ha impegnato gran parte della seduta della commissione affari generali del 3 marzo, che ha affrontato tutte le novità che si vogliono introdurre nel regolamento.
QUESTION TIME IN APERTURA DI CONSIGLIO
Tra queste ce ne sono di particolarmente significative: come l’introduzione di un vero e proprio “question time”, che nel regolamento è definito “domande a risposta orale immediata“, come strumento di dialogo a inizio seduta che il presidente del Consiglio comunale può decidere di inserire ad inizio seduta. Le domande, in realtà, devono essere poste entro tre giorni prima del consiglio comunale e a rispondere sarà il destinatario della domanda, o in subordine il sindaco o l’assessore competente (se non sono loro, naturalmente, i destinatari diretti).Una ipotesi concreta che dovrebbe arrivare fino alla decisione finale.
UN TETTO AL NUMERO DI EMENDAMENTI QUANDO SI DISCUTE IL BILANCIO PREVENTIVO
Tra le questioni affrontate, c’è stata anche quella di fissare un tetto massimo al numero di emendamenti da presentare nella seduta che approva il bilancio preventivo, quella della “Maratona” di fine anno per intenderci, che è spesso travolta da un fiume di eccezioni.
A farlo, nel corso della seduta, è stato in particolare il consigliere Luca Boldetti: l’ipotesi era un massimo di 30 emendamenti per gruppo, e di 50 emendamenti per gruppo che ha più di 3 consiglieri.
Tra le limitazioni proposte, anche dei limiti di tempo alle risposte di chi viene interpellato, limiti che fino ad ora erano demandati al buonsenso di ciascuno
In compenso, è allo studio l’ipotesi di allargare anche agli assessori e a tutti i consiglieri comunali la possibilità di fare brevi commemorazioni, prima riservata al presidente del Consiglio comunale, al sindaco e ai vari capigruppo.
COME RENDERE PIÙ EFFICACE LA CENSURA
Infine si è affrontata anche l’ipotesi di una forma di “punizione” accessoria alla Censura, che si formalizza a un membro della giunta quando non ottempera a una richiesta di informazioni, per rendere più stringente l’impegno dell’interpellato a fornire una risposta, e in tempi ragionevoli, al consigliere che abbia posto una domanda.
A sollevare la questione è stato Stefano Malerba, presidente del consiglio comunale, che aveva ricevuto una specifica richiesta di censura dal consigliere Binelli, dopo una mancata risposta del sindaco Galimberti. Malerba ha ricordato che la mancata risposta all’interrogazione comporta una censura da parte del presidente del consiglio comunale, ma tale censura non porta con sè una sanzione accessoria, cosa che affievolisce l’impegno del rappresentante di giunta a rispondere. Per questo, ha proposto di aggiungere un comma con una sanzione a questo riguardo.
Nel dibattito che ne è seguito, il presidente della commissione Giacomo Fisco ha proposto una soluzione che è sembrata da tenere in considerazione: la possibilità, nel caso sia superato il limite di 30 giorni dall’interrogazione senza una risposta valida, che tale interrogazione sia messa all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile, costringendo cosi il membro di giunta a dare risposta.
LAVORARE A UN REGOLAMENTO CONDIVISO
In generale, la commissione si è data un’ulteriore seduta di tempo per lavorare più approfonditamente alle novità, anche a quelle proposte durante la commissione del 3 marzo. Una proposta arrivata dal presidente della commissione, Giacomo Fisco, e sostenuta dal presidente del Consiglio comunale Malerba, che ha anche chiesto che «Dalla commissione emerga un documento già condiviso da tutti, cosi da rendere più unitaria l’approvazione anche in consiglio Comunale».
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