I Ronchi danno l’addio a don Elivio Banfi
Dagli anni Sessanta al 2007 è stato il parroco di Madonna della Speranza: aveva vissuto la nascita di un quartiere che era una piccola comunità
È morto don Elivio Banfi, che è stato per decenni parroco del quartiere di Ronchi di Gallarate.
Nato a Cerro Maggiore il 14 maggio 1932 e ordinato prete il 26 giugno 1955, “don Livio”, come lo chiamavano molti, era stato chiamato a prendersi cura del nuovo quartiere: un piccolo gruppo di cascine, una scuoletta e poco altro, che negli anni Sessanta si apprestavano a diventare quartiere urbano.
All’inizio don Elivio abitava in un palazzo di via Sciesa, la parrocchia istituita nell’aprile 1960 usava allora la chiesa dell’istituto dei gesuiti Aloisianum, dove si alternavano celebrazioni in rito romano e in rito ambrosiano.
Il quartiere era nel verde, ma molto diverso dall’attuale quartiere borghese: alcuni erano contadini lì da decenni, molti altri immigrati – classe media – da altre zone di Lombardia e d’Italia, diversi lavoravano «alla Malpensa» (via Sciesa era, allora, strada comoda per andare a Malpensa). L’oratorio – un prefabbricato comprato in provincia di Cremona – fu fatto in una zona ancora quasi tra i campi, vicino alla minuscola chiesetta della “Madonna dei Ronchi”.
I Ronchi a metà anni Cinquanta: il nucleo di cascine su via Montello (a sinistra); una fabbrica, poche case e la scuola su via Sciesa, i prati e i frutteti verso l’Aloisianum (visibile in basso a destra), le altre vie ancora poco più che viottoliLa determinazione di don Elivio portò poi alla costruzione, nel 1978-82, del complesso della chiesa e del centro parrocchiale di Ronchi, molto nota per le sue forme moderne (pare un po’ stravolte, nell’uso degli spazi interni, rispetto al progetto originale). Appassionato di arte, don Elivio vi concentrò molte opere, tra cui alcune del celebre pittore gesuita Fratel Venzo e la via crucis del cileno Zablach, le statue degli apostoli di Oreste Quattrini.
Don Elivio era prete residente, la parrocchia dal 2007 era stata ricompresa nella comunità pastorale San Cristoforo. Viveva all’istituto Don Gnocchi di Malnate, dove è morto.
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