I Sert sempre aperti al servizio di chi ha una dipendenza

I servizi del Dipartimento delle Dipendenze, considerati essenziali, hanno continuato a seguire i pazienti in carico e a valutare nuove richieste

sert

La quarantena, per chi ha una dipendenza, può diventare un momento molto difficile da affrontare.

La vita in casa forzata, trovarsi a vivere in completa solitudine, sperimentare le difficoltà di spostamento, incontrare problemi nel reperimento delle sostanze illegali di abuso … sono tutti elementi che possono creare una grave situazione di malessere, e talvolta incrementare la problematica tossicomanica e in generale psicologica. Per alcuni pazienti, inoltre, c’è il rischio che si passi dalla dipendenza da sostanze illegali alla dipendenza da sostanze legali come l’alcol o i farmaci più facilmente reperibili.

I Servizi Territoriali delle Dipendenze, su disposizione della Regione Lombardia, sono rimasti aperti all’utenza in questo “tempo di Covid 19”.
I pazienti già in caric
o ai Servizi hanno così continuato a essere regolarmente seguiti dal punto di vista terapeutico, seppur con diverse modalità dettate dalla necessità di evitare possibili contagi per utenti e per operatori.

Chi invece ha avuito necessità di accedervi per la prima volta al SerT (ora sempre su appuntamento) è stato valutato  attraverso l’usuale protocollo di presa in carico multi professionale.

Sono così stati definiti percorsi specifici spazio/temporali per  mettere in sicurezza sia il paziente, sia i familiari, sia gli operatori che si occupano della fase di accettazione/accoglienza.

Nei Servizi dell’Asst Sette Laghi l’emergenza sanitaria in corso ha imposto quindi una riorganizzazione che ha rimodulato gli interventi rivolti agli utenti e alle loro famiglie.
È stato mantenuto il triage in essere al momento della presa in carico di nuovi trattamenti non differibili, estendendo questa procedura anche ai pazienti già in carico che accedono durante la settimana al Servizio, incrementandone i contenuti sanitari e sociali alla luce dell’emergenza sanitaria da infezione SARS-CoV-2.

Questa procedura è tesa a far si che, riducendo il rischio di contagio per gli operatori dei Servizi, questi possano offrire anche uno spazio strutturato di prevenzione ed educazione sanitaria in un contesto di counselling multiprofessionale adeguato.

Per quanto concerne le attività strettamente medico-infermieristiche, mediante una accurata verifica individuale, laddove possibile, la gestione delle attività più frequentemente svolte dal personale (somministrazione terapie, raccolta campioni biologici per la ricerca delle sostanze stupefacenti, rilevazione parametri vitali, ecc.) ha fruito di una tempistica più dilazionata nel tempo con affidi di medio-lungo periodo, dedicando particolare attenzione all’istruzione dei pazienti sul rischio dell’uso improprio dei farmaci stupefacenti che i Servizi affidano loro.

Per i pazienti in carico da più tempo sono stati impostati colloqui telefonici di verifica dei bisogni e delle necessità, finalizzati al sostegno psicologico e socio-educativo, per supportarli nella organizzazione pratica della giornata e soprattutto per affrontare e gestire “insieme” la solitudine, l’ansia e la noia.

E’ stata intensificata la collaborazione con i Servizi Sociali dei Comuni per un supporto anche sul territorio e più in generale è stata attivata una maggior cooperazione con il privato sociale (gruppi, comunità educative e terapeutiche, Caritas e mondo del volontariato).

L’intervento psico-socio-educativo viene declinato attraverso lo sviluppo della capacità di problem solving, l’attivazione delle risorse individuali e relazionali, il rinforzo della resilienza; nei contesti familiari già privi di risorse e segnati da forte criticità si lavora per sostenere la genitorialità e supportare i compiti evolutivi messi in scacco dall’isolamento e dallo stress.

Tutto questo ha portato gli operatori a lavorare sempre più in profondità sulle categorie del rischio, dell’incertezza, della precarietà e a rinforzare temi quali quello della resilienza e della resistenza (categorie che già appartengono alla quotidianità del lavoro nei SerT ma che in questa situazione diventa il focus intorno al quale impostare interventi mirati).
Gli operatori dei SerT fin dall’inizio della pandemia Covid-19 hanno mantenuto un raccordo forte con i reparti ospedalieri e i Servizi di Salute Mentale per garantire sostegno in situazioni di contiguità offrendo anche servizi integrativi a tutta la popolazione del territorio della ASST Sette Laghi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Aprile 2020
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