Il futuro delle Granfondo dopo il Covid-19

"L'annullamento delle corse amatoriali ha già portato un danno di centinaia di milioni". Il prefetto Roberto Sgalla, Presidente di Formula Bici è intervenuto a una trasmissione con Carlo Gugliotta, direttore del sito InBici.net

Generico 2018

“Spero che per la bici tutto torni come prima. Vogliamo correre come abbiamo fatto fino allo scoppio della pandemia”.

Il prefetto Roberto Sgalla, Presidente di Formula Bici, esperto di sicurezza stradale e già direttore di tutte le specialità della Polizia di Stato ha partecipato a una diretta Facebook con Carlo Gugliotta, direttore del sito InBici.net e conduttore della trasmissione radiofonica Ultimo Chilometro,.

“La maggior parte delle gare sono già state spostate al 2021 – ha raccontato Sgalla – e chi si è iscritto quest’anno vedrà garantita la quota anche per la prossima edizione. L’annullamento delle Granfondo è un danno economico di centinaia di milioni. Quelle poche che sono state rinviate in autunno stanno già affrontando i problemi sulla sicurezza e sul distanziamento. Abbiamo ancora alcuni mesi e il contagio potrebbe decrescere, ma tutto è estremamente complicato”.

“Nelle Granfondo – spiegava Carlo Gugliotta – il contatto umano è continuo e frenetico. Già dai giorni prima. Già in una gara di mille persone il contatto c’è per forza. Si condividono spazi privati, si veda gli spogliatoi, le docce, i pasta party ed altro”.

Tutte attività che non potranno essere praticate in tempi di diffusione del virus.

“Se si correrà in autunno – ha proseguito Sgalla – non possiamo immaginarci quelle attività perché c’è troppa promiscuità. Il momento più complesso resta comunque la partenza. Non parlo solo delle gare grandi con diecimila persone, ma già di quelle con solo mille. Scaglionare le partenze vorrebbe dire non avere più una vera gara.

Sarà più facile organizzare le cronometro perché pur in presenza di protezione per gli organizzatori si potrebbero scaglionare i vari momenti. Per i ristori andranno pensati prodotti mono uso. La Federazione ha fatto un gran lavoro nel dare le risposte e aiutare non solo il mondo dei professionisti, ma anche a favore di tutto il mondo dei ciclisti.

Serviranno tante accortezze e uno strumento interessante potrebbe essere l’esame sierologico per conoscere se si è contratto il virus. La responsabilità è degli organizzatori e dovranno essere molto attenti. Se dovesse svilupparsi un focolaio ne risponderebbero loro. Anche perché tutto dipenderà anche dalla dimensione territoriale”.

La mobilità è un altro aspetto interessante per il prossimo futuro anche perché si correrà il rischio di un aumento dell’utilizzo del mezzo privato e con questo dell’inquinamento.

“Il tema della mobilità è centrale – ha proseguito Sgalla – perché è importante usare i mezzi pubblici. L’intermodalità tra treno e bici è una soluzione e speriamo che le regioni si attrezzino perché si permetta ai cittadini di portare la bici a bordo. Sarebbe un buon modo di affrontare la mobilità senza l’uso del mezzo privato. La bici fa bene ed è ecologica”.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Maggio 2020
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