Ispra, continua la distribuzione di buoni spesa e del carrello solidale
Al momento sono state già evase più del 50% delle oltre 120 domande totale pervenute. Tanta la generosità da parte dei cittadini che non hanno esitato a riempire il carrello solidale
Un aiuto solidale per venire in contro alle famiglie in difficoltà colpite dal coronavirus, l’emergenza sanitaria e conseguentemente economica che inaspettatamente ha stravolto le vite di molte persone, in particolar modo in Lombardia. Nel Basso Verbano, a Ispra, a distanza di mesi dall’inizio dell’epidemia, non si ferma la distribuzione dei buoni alimentari e del carrello solidale da parte dell’amministrazione comunale.
Nella cittadina il comune sta infatti continuando a soddisfare le richieste di aiuto sopravvenuto da parte dei cittadini, molti dei quali si sono interfacciati per la prima volta con i servizi alla persona.
Al momento sono state già evase più del 50% delle oltre 120 domande totale pervenute. Uno sforzo che è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Tigros che, insieme ad altri due supermercati ispresi e tre negozi locali, si è occupato di circa un terzo delle richieste.
«Tanta è stata la generosità verso le famiglie bisognose in questo delicato momento – raccontano i volontari del servizio civile -. A febbraio, nel primo giorno di raccolta del carrello solidale il doblò era letteralmente carico di casse con dentro diversi generi alimentari: oltre al regolare carrello che ci fornisce settimanalmente Tigros, ce n’erano anche altri due rimpiti dai cittadini».
«L’impegno proseguirà anche dopo la prima fase dell’erogazione– comunica invece l’assessorato –, con la volontà di rinnovare il buono alle famiglie che ancora si trovano in necessità e la cui situazione di reddito è uguale, o addirittura peggiore, a quando è stata fatta la prima domanda. L’intenzione è quella di sfruttare completamente le risorse a disposizione per chi ne avesse bisogno».
«Purtroppo, sono emerse situazioni latenti nel tempo – fanno sapere dal comune isprese -. Esistono diverse persone “bisognose” che però hanno come una ritrosia nel chiedere, esplosa poi con l’emergenza sanitaria. Abbiamo così verificato delle condizioni “nascoste” di cittadini che con difficoltà si sarebbero avvicinati all’ufficio sociale».
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