Svizzeri: pochi e intimoriti dalle multe, così l’economia di frontiera non riparte

Lavena Ponte Tresa soffre il perdurare delle limitazioni svizzere sugli acquisti in Italia, da sempre il motore della sua economia

Lavena Ponte Tresa - centro

Si sperava in un po’ più di movimento con la riapertura della dogana ma il divieto di acquisti in Italia rende quasi superflua la possibilità di attraversare il confine e le attività economiche – piccole o grandi che siano – restano in attesa di una ripartenza vera e propria.

A Lavena Ponte Tresa ci sono molti supermercati. Tre di questi, i più grandi, a pochi metri uno dall’altro. Un’offerta decisamente eccessiva per un comune con meno di seimila abitanti: la maggior parte dei clienti, qui, è svizzera. Gli scenari, anche dopo la riapertura della dogana da parte dell’Italia, sono abbastanza desolati con corsie vuote, parcheggi vuoti, una cassa aperta su venti e nessuna coda.

Ma non solo supermercati caratterizzano il comune di frontiera: il centro storico è infatti un piccolo villaggio commerciale dove è possibile trovare svariate enoteche, panetterie, negozi di scarpe e vestiti, erboristerie, alimentari. Una concentrazione di attività che risponde alla vocazione turistica del paese, abituato a sentire parlare tedesco nelle sue piazzette, nei bar e sul lungolago.

E se la stagione primaverile di quest’anno è stata diversa da quella di tutti gli anni che si riescono a ricordare, discorso che vale evidentemente per tutto il mondo, vero è anche che questa zona non ha visto la ripartenza che nel resto del Paese, a partire dal 18 o dal 25 maggio, c’è stata. Per quanto parziale o difficoltosa possa essere stata altrove, qui la ripresa  è quasi nulla.

I commercianti hanno visto sì qualche cittadino svizzero in più tornare a passeggiare per il paese e bar, ristoranti, parrucchieri ed estetiste hanno forse iniziato a tirare un sospiro di sollievo, ma per i piccoli negozi di vendita al dettaglio e per gli alimentari non si vede la luce alla fine del tunnel, con ancora nessuna notizia certa da Berna su quando si potrà ricominciare a comprare in Italia.

Quello che è certo è che non vengono fatte eccezioni, come ha imparato a sue spese il signore residente in Ticino fermato in dogana per aver acquistato un quotidiano in Italia.

«Tanti i clienti sono passati a salutare e a manifestare la loro solidarietà nei nostri confronti, molti sono frustrati dal divieto di fare acquisti in italia, più di uno ha espresso un sentimento di privazione della libertà personale – racconta Alessandro Mina, uno dei titolari della omonima e storica gastronomia del centro sempre presa d’assalto nei fine settimana da cittadini elvetici a caccia di leccornie made in Italy – La più simpatica di tutti è stata una cliente che ci ha mostrato la lista della spesa con la dicitura “spesa Italia”, pronta per quando le frontiere saranno nuovamente aperte».

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Pubblicato il 05 Giugno 2020
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