Addio a Pinuccio Beretta, il droghiere della piazza di Gallarate

Era nato nello stesso anno del negozio di "coloniali, vini e liquori" della sua famiglia, di fronte alla chiesetta di San Pietro, nel cuore della città

gallarate generico

È stato una presenza quotidiana per cinquant’anni, nel cuore di Gallarate: a distanza di pochi mesi dalla chiusura della sua drogheria in piazza Libertà, se n’è andato Pinuccio Beretta, lo storico titolare.

Subentrando ai Bianchi, la famiglia Beretta aveva avviato nel 1938 una storica attività commerciale di coloniali, vini e liquori: per decenni è stata un punto di riferimento dei gallaratesi e non solo, ha resistito fino ad oggi nonostante la concorrenza spietata dei centri commerciali, è rimasta per alcuni anni uno dei pochi negozi di alimentari in centro (fondamentali, perché il supermercato più prossimo al centro sta ben oltre piazza Risorgimento).

L’attività era proseguita anche dopo il 2016-2017, quando l’edificio che ospitava la bottega – la “Loggetta San Pietro” – era stata restaurata nel profondo.

Poi pochi mesi fa Beretta ha chiuso definitivamente, il 30 maggio 2020, e il signor Pinuccio, che era nato insieme alla bottega nel 1938, se n’è andato nello stesso anno: «Era sempre sorridente, un po’ sornione ma sapeva essere ruvido quando voleva. La sua bottega era la sua vita» lo ricorda Giandomenico Giuliani, proprietario di Loggetta San Pietro.

«Da gennaio 2020 avevamo concordato il percorso che lo avrebbe portato a chiudere definitivamente l’attività. Era preoccupato per il futuro del suo aiutante di bottega che con la cessazione dell’attività avrebbe perso il lavoro e per questo si è molto attivato per una soluzione. Avrebbe voluto concludere in modo diverso, potendo incontrare di persona i suoi affezionati e storici clienti. Purtroppo il Covid 19 ci ha messo lo zampino e non gli ha consentito di chiudere in bellezza come avrebbe voluto».

«Il momento peggiore è stato mentre stava svuotando il negozio vendendo gli ultimi pezzi pregiati ma anche regalando tanta roba a organizzazioni benefiche : capiva che la “fine” professionale si stava avvicinando. Il dolore dipinto sul suo viso quando gli operai a colpi di motosega hanno demolito e distrutto tutto l’arredo che ha reso unico il suo negozio. Osservava in silenzio ed anche un pò attonito. Ma il giorno che sempre ricorderò è quando ci incontrammo per la riconsegna del negozio e delle chiavi : era come dovesse dare via un pezzo di sè ed è uscita anche qualche lacrima. Ci siamo incontrati poi altre volte per le questioni pratiche del momento. Lo vidi trasformato. Nonostante mi dicesse la pena che provava per trovarsi improvvisamente senza nulla da fare, dopo che negli ultimi 50 anni e forse più la sua vita era scandita dal ritmo della sua Drogheria, lo vedevo più sereno ma soprattutto dedicava amabilmente molto più tempo alla conversazione amichevole. Il nostro rapporto professionale non è stato sempre semplice, ma a livello personale c’è sempre stata la massima stima e correttezza. Nel nostro ultimo incontro di persona, seduti attorno ad un tavolo nel “suo” vecchio negozio mi stupì chiedendomi la cortesia di non rimuovere la carta blu che lui aveva messo per bloccare la vista delle sue vetrine: non voleva che la gente vedesse il negozio vuoto e malconcio ma invece lo ricordasse scintillante e accattivante come sempre».

I funerali si tengono oggi, 24 luglio, alle ore 15, nella basilica Santa Maria Assunta di Gallarate.


Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Luglio 2020
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